di G. Perugini
Insegnare ai ragazzi a riconoscere sopraffazioni, prepotenze e diseguaglianze all’interno delle relazioni interpersonali allo scopo di sensibilizzare e prevenire il fenomeno della violenza di genere: ecco l’obiettivo del progetto educativo “Ti amo se ti Rispetto” lanciato dall’associazione Fermati Otello e patrocinato dal Comune di Milano.
La prima parte del progetto è iniziata lo scorso dicembre e ha coinvolto gli studenti di 3 scuole superiori della città: una classe del 3° anno dell’Istituto professionale Bertarelli, due classi – una 3° e una 4° – del Liceo scientifico Virgilio e tre classi del 4° anno del Liceo scientifico Alessandro Volta. I 138 ragazzi selezionati sono stati sottoposti ad un’accurata indagine sul modo in cui percepiscono la violenza attraverso la compilazione di questionari anonimi.
Il primo dato della ricerca che colpisce di più è che quando si parla di “violenza”, sia i ragazzi che le ragazze, pensano al concetto riferito soprattutto in termini di fisicità e sessualità. Lo scarto tra maschi e femmine invece aumenta quando si ragiona sulle espressioni verbali: dal sondaggio infatti emerge che le ragazze si dimostrano assai più sensibili alla violenza espressa verbalmente, indicata da quasi il 40%, rispetto al solo 30% dei maschi. Rimane ben radicata l’idea retrograda e maschilista che gli apprezzamenti sessuali siano da considerarsi solo come uno scherzo, una battuta o – peggio ancora – una lusinga e che chi l’ha subita dovrebbe addirittura ritenersi onorata di averla ricevuta. Inoltre, per ben il 63,8% dei ragazzi presi in esame se una ragazza si veste o si trucca in un certo modo l’apprezzamento “se lo andrebbe a cercare” e quindi viene considerato del tutto giustificato; abbastanza allarmante constatare che anche il 46,1% delle ragazze intervistate la pensa nello stesso modo.
Dall’indagine è anche emerso che esiste una sostanziale parità nelle risposte tra ragazzi e ragazze quando si affronta il tema della violenza subita: il 50% dei maschi e il 50,9% delle femmine infatti hanno confermato di avere subito almeno una volta qualche tipo di violenza. Per quanto riguarda i luoghi e le occasioni in cui gli intervistati hanno dichiarato di aver assistito a momenti in cui è stata esercitata una qualche forma di prepotenza, ci sono: lo stadio per il 53,6%, le manifestazioni di piazza per il 46,4%, ma anche luoghi di divertimento come discoteche e pub per il 30%.
A partire da fine marzo avrà luogo la seconda fase del progetto che terminerà a giugno, dove all’interno di ciascuna classe verrà condotto un lavoro di formazione con incontri della durata di due ore. “Ti amo se ti Rispetto” si configura come un’iniziativa importante e lodevole che vuole insegnare ai ragazzi a diventare degli adulti consapevoli, capaci di evitare sia di subire che di ricorrere a comportamenti violenti e che mira ad educare le future generazioni al rispetto per l’altro, indipendentemente da sesso, religione, colore della pelle o orientamento sessuale.