di Carlo Radollovich
L’imperatore Massimiano (250 – 310 d.C.), sempre al centro di un’attività militare straordinaria, trascorreva gran parte del suo tempo sui campi di battaglia. Ma non mancò di pensare anche all’amministrazione di un grande e complesso impero e decise di stabilire a Milano la capitale. Infatti, la nostra città era crocevia di numerose e importanti strade di comunicazione e ben si prestava a recitare questo importante ruolo.
Dopo lo storico incontro con Diocleziano, avvenuto nel 288, a seguito del quale si cementò una solida amicizia tra i due, venne deliberato di costruire a Milano la residenza imperiale, occupando parte dei quartieri occidentali della città (vedi foto con alcuni resti del palazzo). L’area prescelta era decisamente ampia ed era delimitata dagli attuali corso Magenta, via Santa Maria alla Porta e via Torino.
Massimiano si preoccupò pure di erigere robuste mura per proteggere Milano da eventuali invasioni barbariche. Un tratto di fondazione di tali mura è visibile presso la cantina appartenente ad un noto ristorante di via Manzoni. Si tratta di un conglomerato di pietre e frammenti laterizi tenuti assieme da malta. Esso è largo un metro circa. Considerato che la larghezza delle mura massimiane è di circa quattro metri, ne deriva che il resto rinvenuto in via Manzoni rappresenta senz’altro un riutilizzo di materiale, usato per erigere altre costruzioni, pratica peraltro assai diffusa in epoche antiche.
Ulteriori tratti di mura massimiane sono osservabili nei sotterranei delle case ubicate al civico 21 e al civico 27 di via Montenapoleone.