di Carlo Radollovich
A metà tra le vie Sottocorno e Archimede (zona Porta Vittoria), è situata la stradina Abramo Lincoln, non più lunga di un centinaio di metri, in cui spiccano case di piccola taglia colorate di rosso, blu, giallo e verde, circondate da giardini che, in primavera, sembrano esplodere sotto il proliferare di moltissimi fiori. Molto apprezzati i roseti e anche gli alberi da frutto.
Perfette come potrebbero apparire in un quadro di Monet, queste casette sono talmente diverse nella loro struttura rispetto a quelle erette in zona, da confondere non poco il visitatore. Ci troviamo davvero a Milano? O forse in una contrada olandese?
Esse sono unifamiliari e furono realizzate tra il 1885 e il 1890. Originariamente, secondo un progetto studiato dalla S.E.A, Società Edificatrice di Abitazioni, sarebbero state destinate a prezzi accessibili, unitamente ad altre, a impiegati e ad artigiani, con l’intenzione di creare un vero e proprio quartiere-giardino che avrebbe dovuto estendersi sino a Porta Vittoria.
Purtroppo, nell’arco di tempo tra il primo e il secondo conflitto mondiale, la Società si trovò in forti difficoltà finanziarie, cosicché il progetto, che contemplava come detto la costruzione di numerose abitazioni, venne completamente a cadere e le uniche case ultimate sono rimaste quelle che ancora oggi possiamo osservare. Manco a dirlo,vengono gelosamente protette e curate dai proprietari.
Ovviamente, il loro prezzo è lievitato sensibilmente, anche in questi anni di crisi edile, tanto da essere state classificate, dopo gli opportuni ritocchi, come villette residenziali. Sono molto graziose e meriterebbero scorci da cartolina.
Un’ultima impressione: passeggiando per via Lincoln, nella bella stagione, si ricava l’impressione di poter dimenticare, almeno per qualche minuto, tutti quei gas inquinanti di cui la città è purtroppo ricca.