di Carlo Radollovich
Nel 1533 una bellissima, nobile coppia di giovani si univa in matrimonio in una chiesa della nostra città: lei si chiamava Rosalinda Visconti, appartenente all’antica e ben conosciuta famiglia milanese, ragazza assai nota per la sua indescrivibile bellezza, e lui di nome Ludovico Birago (1509 – 1572) futuro e abile condottiero. Si erano conosciuti soltanto due mesi prima, ma la scintilla di un amore tanto sincero e profondo era scoccata quasi subito. Poche settimane dopo le nozze, Ludovico dovette assolvere con urgenza al suo compito di capo militare e fu perciò costretto ad abbandonare per qualche tempo la fresca sposina. Qualcuno però stava tramando contro la felicità della coppia e la leggenda ci dice che ad invaghirsi di Rosalinda fu niente meno che il governatore di Milano Ferrante Gonzaga (vedi dipinto), la cui fama di galante “play boy”, come si disse a quei tempi, era nota nel suo entourage. Durante un’operazione militare condotta da Ludovico, il governatore Gonzaga, tramite un losco intreccio di false testimonianze, lo accusò vigliaccamente di alto tradimento e prese perciò la decisione di esiliarlo. Nel frattempo, la giovane sposina aveva dato alla luce un bimbo e, subito dopo aver appreso la notizia dell’allontanamento del marito, chiese udienza a Ferrante, certa che la condanna del marito fosse soltanto dovuta ad un equivoco. Pregò perciò il Governatore di far rientrare il marito al più presto. Per tutta risposta, essa venne accusata di falsità e lei, assieme al suo bambino, venne incarcerata presso il castello di Abbiategrasso. Lontano da sguardi indiscreti, il Governatore cominciò a far visita a Rosalinda, dapprima lusingandola e poi minacciandola quando si rese conto che le sue “avance” venivano totalmente respinte. Vessata per ben cinque anni, la povera Rosalinda, sempre fedele al suo Ludovico, scivolò in una depressione assai profonda. Un bravo medico, tale Giuseppe Cavalli, tentò di curarla con quei pochi medicamenti che aveva a disposizione, ma il suo stato di salute si aggravava progressivamente. Ludovico, informato delle pene subite dalla moglie e nel frattempo diventato ufficiale del Marchesato di Saluzzo (che poi resse sino al 1572), elaborò un particolare piano per liberare la famigliola. Organizzò con i suoi uomini un attacco al castello e in una notte riuscì a liberare moglie e figlio. Ma solo quando Ferrante decadde dalla sua carica nel 1554, la famiglia di Ludovico poté senz’altro sentirsi al sicuro da qualsiasi rappresaglia. Finalmente, dopo tanti anni, le sofferenze della coppia potevano dirsi concluse.