di Antonio Barbalinardo
L’Arma dei Carabinieri celebra quest’anno e in particolare il 13 luglio, il suo bicentenario dalla Fondazione. La Redazione “ilMirino” esprimono un pensiero e un ringraziamento all’Arma dei Carabinieri per tale ricorrenza. Penso che questa ricorrenza abbia e dovrà avere un profondo significato per tutti gli appartenenti all’Arma, ma anche per noi tutti cittadini italiani che riconosciamo all’Arma dei Carabinieri, la “Benemerita” così affettivamente riconosciuta, quale punto fermo di riferimento del nostro Stato e della nostra società civile e nazionale.
La storia dell’Arma dei Carabinieri nasceva il 13 luglio 1814 per volontà del re di Sardegna, Vittorio Emanuele I di Savoia. Abbiamo visto nei diversi telegiornali trasmessi la cerimonia che si è svolta per la ricorrenza in particolare a Torino dove l’Arma fu fondata e dove tutto ebbe inizio dallo stesso origine del nome «Carabiniere», dove la storiografia lo riporta con questa definizione: “Per «Carabiniere» si intendeva in origine un cavaliere scelto, armato di carabina, arma da fuoco considerata più potente, versatile ed efficace tra le altre dell’epoca in uso alla fanteria”.
Sappiamo tutti l’importanza dell’opera svolta dai Carabinieri, dal semplice Carabiniere al più alto in grado; a ognuno di questo servitore dello Stato va il nostro grazie per questi duecento anni di grande storia, dedizione e impegno militare e civile, dove quotidianamente lavorano e si prodigano al servizio di tutti noi cittadini, sia nelle città sia nei piccoli paesi, nelle nostre strade e nelle piazze sempre pronti nel garantire con la loro presenza la nostra sicurezza.
I Carabinieri, nelle loro stazioni con i loro presidi sono sempre impegnati nel servizio di vigilanza e di sicurezza, sia nei piccoli centri cittadini sia nei grandi centri, dove può cambiare il nome del “Comando di Stazione di Carabinieri”, ma all’interno si troverà sempre un Carabiniere ad ascoltarti; così come fanno tantissimi bravi Marescialli, Comandanti di piccole Stazioni, dove molto spesso emergono alla menzione della cronaca dei media poiché con il loro agire, insieme a tutti i Carabinieri hanno saputo instaurare con i cittadini del loro presidio un rapporto di dialogo e vicinanza sempre nella distinzione del dovere e del rispetto della legge.
Molti sarebbero i nomi e gli esempi di Carabinieri che si possono menzionare perché con il loro esempio, con la loro vita e il loro sacrificio hanno dimostrato l’eroicità del Carabiniere e dell’intera Arma dei Carabinieri che nel corso di questi duecento anni di storia si sono sempre dedicati e sacrificati anche a rischio della propria vita per il bene dello Stato e della comunità senza guardare l’origine, la provenienza, la religione o fede politica di ogni persona.
Senz’altro si può citare il nome del vice brigadiere Salvo D’Acquisto che s’immolò per salvare innocenti dalla dittatura nazista e fu freddato da una scarica del plotone d’esecuzione, a lui fu conferita la Medaglia d’Oro al Valore Militare con la seguente motivazione:
“Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.
A segno del grande sacrificio del vice brigadiere Salvo d’Acquisto è stata avviata la causa per l’avvio al processo di beatificazione.
Come non ricordare anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che molto ha fatto e dato anche qui a Milano, e la sera del 3 settembre 1982 fu colpito a morte da sicari della mafia insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro in via Carini a Palermo.
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fu insignito della medaglia d’Oro al valore civile e alla memoria con la seguente citazione: “Già strenuo combattente, quale altissimo Ufficiale dell’Arma dei Carabiniere, della criminalità organizzata, assumeva anche l’incarico, come Prefetto della Repubblica, di respingere la sfida lanciata allo Stato democratico dalle organizzazioni mafiose, costituenti una gravissima minaccia per il Paese. Barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sublimava con il proprio sacrificio una vita dedicata, con eccelso senso del dovere, al servizio delle Istituzioni, vittima dell’odio implacabile e della violenza di quanti voleva combattere”.
Inoltre come non ricordare il sacrificio dei Carabinieri caduti nelle diverse missioni come quella di Nassiriya in Iraq del 12 novembre 2003.
A tutti questi caduti si potrebbero aggiungere tantissimi nomi, episodi e riferimenti di Carabinieri graduati e non graduati che hanno servito lo Stato e la nostra comunità, caduti nell’adempimento del proprio dovere e servizio sia in situazioni tragiche sia quali vittime del terrorismo, a tutti questi caduti, servitori dello Stato va il nostro ricordo e la preghiera in suffragio e memoria. Mentre oggi va a tutti i Carabinieri in servizio, va il nostro grazie per quanto fanno e quanto ancora faranno sempre nel seguire quello che è il loro storico motto che li identifica e li distingue oggi come ieri “Nei secoli fedele”.