di Carlo Radollovich
I pastai della Valtellina sono da qualche settimana in gradevole fermento. Infatti, nel corso del prossimo mese di settembre, si prefiggeranno di costituire una speciale associazione per la tutela dei pizzoccheri, mirando ad una qualità di spicco del prodotto.
Sono diversi i titolari d’azienda che desiderano entrare a far parte di questo consorzio: non soltanto per valorizzare ulteriormente i pizzoccheri, ma anche per far conoscere questo gustoso prodotto nelle regioni italiane e puntare addirittura sull’esportazione in tutto il continente europeo.
Ora, oltre ai magici sapori della bresaola, il salume che ha già conquistato le preferenze di molte persone del nostro Paese, si è fermamente convinti che anche la specialità dei pizzoccheri tenterà la via di una maggiore introduzione, aumentando in tal modo il numero degli operai addetti alla lavorazione e del personale in genere.
Insomma, si farà il possibile affinché il milione e mezzo di chili di prodotto immesso annualmente sul mercato (allo stato secco) e i 300mila chili circa in pasta fresca, possano consistentemente lievitare per poter raggiungere importanti traguardi di vendita.
Si dovrà ovviamente porre attenzione a non snaturare mai la ricetta originale che prevede l’impiego, secondo proporzioni fissate da oltre quattro secoli, di grano saraceno e semole di grano duro e tenero.
Non verranno suggeriti limiti al loro condimento. Ma le massaie più esperte sanno che non si potrà rinunciare al burro, al formaggio grana, all’aglio e, in taluni casi, alle verze.
Auguriamo successi sempre più concreti agli infaticabili mastri pastai, i veri artefici nel confezionare pizzoccheri veramente al top.