Si torna a scrivere sulla balneabilità dei nostri canali dopo che le autorità parigine, trascorsi ben cento anni, hanno deliberato che è finalmente possibile fare il bagno nella Senna. Purtroppo, da noi è vietato effettuare qualsiasi tuffo nelle acque dei Navigli poiché, a differenza del corso d’acqua francese, definito fiume sotto ogni profilo, i nostri Navigli sono indicati come canali artificiali.
E in effetti qui la balneazione è decisamente problematica perché sussiste la presenza di diverse bocche di scarico in grado di generare forti correnti, assai dannose se non addirittura molto pericolose per i possibili bagnanti, anche se questi si dichiarassero veri esperti nelle regole del nuoto. Purtroppo, negli anni passati, si sono lamentati diversi annegamenti.
Tra l’altro alcuni lettori ricorderanno che, nell’estate del 2017, tre consiglieri comunali si tuffarono, in barba alle vigenti disposizioni, nella Darsena. Se la cavarono con una multa (salata) di mille euro ciascuno e il fatto suscitò un po’ di scalpore sulla cronaca di alcuni quotidiani.
Quest’anno la balneazione nelle piscine milanesi si è aggravata per la chiusura di alcuni impianti. Ma Enrico Marcora non vuole rinunciare ad un antico sogno, che purtroppo oggi si considera proiettato verso il 2026. Egli chiede in sostanza un particolare intervento per la realizzazione delle cosiddette piscine fluviali, ossia tratti di piscina che potremmo definire “galleggianti” perché verrebbero delimitati con opportune reti su certi tratti del Naviglio, da tenere sotto stretto controllo.
Questi tratti si potrebbero affidare a particolari associazioni oppure a enti che rispecchino una totale sicurezza. Si potrà davvero credere a questo sogno che molti milanesi custodiscono gelosamente nel proprio cassetto ?