di Antonio Barbalinardo
Nella giornata del 1° maggio si è svolta la seconda festa civile dell’anno, la “Festa dei lavoratori”. Sorge spontanea domandarsi cosa ci sia da festeggiare, considerato che il lavoro non c’è, e quello che c’è è solo lavoro di precariato, anche se le fonti del Governo riportano notizie di una leggera crescita e una piccola ripresa economica, ma purtroppo moltissimi sono ancora i lavoratori colpiti dalla crisi e dalle ristrutturazioni aziendali. Molte aziende piccole e medie continuano a licenziare, mandare in cassa integrazione e in mobilità i propri dipendenti. Questo è stato evidenziato anche dai messaggi riportati sui molti striscioni e dagli slogan dei lavoratori ripetuti lungo il percorso del corteo organizzato dalla CGIL, CISL e UIL, partito da porta Venezia, e ha attraversato via Palestro, piazza San Babila, corso Matteotti, piazza Meda, via Case Rotte confluendo all’interno di piazza della Scala, dove c’erano già moltissime persone ad attendere di ascoltare i diversi interventi programmati sul palco allestito per l’occasione.
Il corteo è stato aperto dal gonfalone del Comune di Milano, seguito da quello del Comune di Sesto San Giovanni, di Cinisello Balsamo, della Regione Lombardia, della Città Metropolitana, e di molti altri Comuni dell’hinterland milanese. In rappresentanza del Comune di Milano era presente Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del lavoro e Attività produttive.
Tema predominante della manifestazione milanese, ma anche di tutte le altre manifestazioni che si sono svolte in ogni parte d’Italia, è stato il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro, difatti lo slogan ufficiale a livello nazionale è stato “Sicurezza: il cuore del lavoro”.
Purtroppo quest’anno il problema sicurezza è emerso fortemente poiché a solo quattro mesi dall’inizio del 2018, le vittime sul posto di lavoro sono già arrivate a 151: solo in Lombardia sono 27.
È un tema che, come rilevato in tutte le manifestazioni, va affrontato in maniera decisa e portato avanti affinché ogni lavoratore che la mattina esce da casa per andare a lavorare, la sera possa rientrare a casa dalla sua famiglia.
Sul palco si sono susseguiti i discorsi dei segretari sindacali di Milano: Massimo Bonini della CGIL, Danilo Galvagni della CISL e Antonio Albrizio della UIL assieme a tre rappresentati dei Lavoratori che sono stati intervistati dal giornalista di Radio Popolare.
Il primo a essere intervistato è stato Fulvio Pedrazzini dipendente di un’azienda di Baranzate che ha evidenziato la difficoltà di dialogo con l’azienda, anche l’intervento di Massimiliano Genova, dipendente di un’azienda commerciale di distribuzione ha riferito delle difficoltà e dei rischi possibili dovuti alla mancanza di sicurezza sul lavoro; lo stesso è emerso dall’intervento di Maria una dipendente del settore mense che ha riferito delle difficoltà lavorative, della poca sicurezza e che il loro salario è minino.
Più dettagliati sono stati gli interventi dei segretari sindacali milanesi, Massimo Bonini della CGIL ha fatto riferimento all’incidente d’inizio anno proprio a Milano presso la Lamina e ha fatto autocritica dicendo: “Forse ci siamo distratti, la crisi non può essere una scusa per non parlare di sicurezza”. Danilo Galvagni della CISL ha parlato di un miglior rapporto da costruire con le Istituzioni poiché bisogna lavorare insieme e chiedendo che la RAI dedichi un canale per la cultura del lavoro e della sicurezza. Il segretario della UIL Antonio Albrizio, ha riferito del protocollo d’intesa firmato con il Comune di Milano sul codice degli appalti, dove occorre ridurre la logica del ribasso degli appalti, bisogna mettere al centro la sicurezza e lavorare tutti insieme sindacato, istituzioni, politica e associazioni imprenditoriali.
Alla fine degli interventi è seguita la musica di Paolo Iannacci, figlio del mitico Enzo, che con la sua band ha intrattenuto i presenti in piazza della Scala con il concerto “Con Enzo e per Enzo”.
Nel pomeriggio c’è stato a Milano un altro corteo organizzato dai sindacati di base e dai centri sociali che è partito da piazza Duca d’Aosta e si è concluso in piazza Leonardo Da Vinci. A questa manifestazione hanno aderito in particolar modo quei lavoratori senza nessuna tutela e garanzia d’assistenza, i cosiddetti lavoratori precari e i vari rider ovvero i ciclo o moto fattorini che trasportano i pasti e altro nelle nostre abitazioni e negli uffici.
Quest’anno la giornata nazionale della festa del primo maggio si è svolta a Prato, quella regionale si è svolta a Bergamo, mentre a Roma dal primo pomeriggio fino a tarda sera c’è stato il consueto concerto di piazza san Giovanni.