di R.R.
Presentato a Roma il libro di Elenia Scarsella “Non solo “Selfie”
Nella società dell’immagine abbiamo un grande bisogno di visibilità. Su Facebook, su Twitter, su Istagram conta quello che scriviamo. ma soprattutto le foto che postiamo, che ci possono far apparire come personaggi di successo o, al contrario, persone mediocri.
E’ solo una questione di vanità, esibizionismo, narcisismo, bisogno di autoaffermazione personale? Certo, esiste anche questa componente, ma c’è anche sotto sotto il desiderio di soddisfare un bisogno di appartenenza ad una comunità, possibilmente oltre l’ambito della nostra cerchia di conoscenze.
I pericoli del “selfie”
In altri termini, le persone esibendo la propria immagine, vogliono essere apprezzate, diventare oggetto di attenzione, essere stimati, aumentare il loro valore. In passato, le occasioni per farlo non erano molte. Oggi, la Rete offre una visibilità mediatica incredibile ma bisogna saperla sfruttare bene. E soprattutto, evitare atteggiamenti estremi di narcisismo che possono addirittura essere controproducenti. Se non patologici, se ciò comporta una svalutazione delle relazioni con le altre persone e conduce a livelli di egocentrismo esasperato.
Anche solo nascondersi dietro le proprie immagini, cioè dietro un medium tecnologico, non è corretto perché a lungo andare questo comportamento potrebbe rendere le persone sempre meno capaci di sostenere il rapporto emotivo che la relazione di persona inevitabilmente richiede.
Non solo selfie: consigli e accorgimenti per un uso consapevole ed efficace dei selfie
Ma tutti questi aspetti sono ben noti a Elenia Scarsella che ha scritto il libro “Non solo selfie”. La sua intenzione, infatti, è quella di elargire preziosi consigli e accorgimenti utili per fare in modo di presentare sui social la migliore immagine di sé stessi.
Il suo è un manuale che fornisce indicazioni su come orientarsi di fronte alla videocamera, ricordando le basilari regole della fotografia: dallo studio della luce, al contesto in cui viene inserito il soggetto, il ritratto, le foto in movimento e le foto curriculum.
Il tutto proposto in un linguaggio molto semplice e diretto, senza dimenticare suggerimenti nel campo del social media marketing, cioè delle strategie di comunicazione che aiutano a valorizzare meglio la propria immagine, con maggiore cognizione e consapevolezza, anche a scopo di lavoro.
L’aspetto principale – come suggerisce la psicologa Emanuela Scanu – è “far si che la nostra immagine reale non differisca troppo da quella reale. La sicurezza in sé stessi, dovuta ad una adeguata autostima, competenze e valori sono fondamentali per l’immagine”.
Elenia Scarsella: ingegnere e lifestyle blogger
Elenia Scarsella – l’autrice dello snello manuale (disponibile in versione cartacea ed ebook su Amazon) –è un’ ingegnere, lavora a Roma in una nota società di costruzioni, ma è anche blogger; anzi lei si definisce lifestyle blogger: per saperne di più, visitate il suo sito www.blogandthecity.it.
Ma la sua parola d’ordine nella vita, come sui social, è e resta la spontaneità.
Ad Elenia abbiamo voluto rivolgere qualche domanda.
Perché i selfie? Per uscire dalla massa, per non finire omologati?
Il selfie perché è una parola e un gesto dei tempi che stiamo vivendo. Un modo nuovo di fare foto e di comunicare con gli altri in cui scegliamo esattamente l’immagine che vogliamo dare di noi stessi. Non considero il selfie uno strumento per non finire omologati ma semplicemente per esprimere la propria personalità.
L’immagine finisce per prevalere su di noi come persone? Si corre questo rischio?
L’immagine conta, sarebbe ipocrita affermare il contrario ma se farla prevalere o no sul nostro essere più profondo credo sia una vera e propria scelta. Puntare tutto solo sull’immagine è sicuramente un errore perché per fortuna ognuno di noi è molto di più che la nostra esteriorità.
Quanto contano i like sulle foto che postiamo?
Postare una foto sui social vuol dire esporsi anche al giudizio degli altri e credo di non sbagliare se dico che a tutti fa piacere ricevere molti like. Chi leggerà il mio libro avrà modo di verificare che tutto ciò va preso con una buona dose di leggerezza e divertimento e Non solo Selfie è un manuale volutamente semiserio per riuscire a scattare il selfie “perfetto”.
Questo fenomeno ci porterà ad alienarci ancora di più o a ritrovare noi stessi, negli occhi degli altri? Si rischia di trasformare il nostro “io” in merce?
Che un semplice selfie porti all’alienazione mi sembra una forzatura e non credo neanche che porti a una mercificazione del nostro io, ma non nego che se utilizzato nel modo sbagliato possa diventare uno strumento che ci porta più verso la nostra immagine IDEALE che REALE. E’ importante quindi che il Selfie, che non è altro che un ritratto di noi stessi, ci rappresenti il più possibile e si avvicini sempre alla nostra immagine REALE.
Il Selfie viene definito dalla Treccani come: “Autoritratto fotografico generalmente fatto con uno smartphone o una webcam e poi condiviso nei siti di relazione sociale”. Non è altro che una foto in fondo e a nessuno verrebbe in mente di dire che la fotografia in generale trasforma il nostro “io” in merce. L’utilizzo che si fa di una foto o di un Selfie dipende sempre da noi e dal nostro buon gusto.
Una curiosità. La maggioranza dei giovani millennial che stanno davanti allo smartphone per farsi i selfie, non ama il proprio viso e il proprio corpo e, ispirandosi alla bellezza dei divi del cinema e della tivù, ricorre ad App che consentono di intervenire modificando la propria immagine – riducendo il naso, ampliando gli occhi, ridisegnando la bocca, ecc. – come Facelift, VirtualMakeover, VisageLab2. Molti di loro, però, non si accontentano di una modifica virtuale. Secondo una ricerca, quasi il 18% vorrebbe sottoporsi a interventi di medicina estetica e molti già vi sono ricorsi: in percentuale più maschi che femmine!
Le foto del servizio sono state scattate durante la presentazione stampa del libro presso il Caffè Letterario di Euroma2 (fronte Feltrinelli) il 25 settembre scorso. Sono intervenute alla presentazione l’autrice Elenia Scarsella, la giornalista Rai Antonietta di Vizia e la psicologa Emanuela Scanu.