di Carlo Radollovich
Si tratta di un lembo delle Terme Erculee (un muro in mattoni e tufo), costruite dall’imperatore Massimiano nel III secolo d.C. Sono venute alla luce durante i lavori eseguiti in corso Europa per la Linea Blu del metrò.
Altri resti di queste monumentali terme (abbattute da Federico Barbarossa nel 1162, quando l’imperatore decise di radere al suolo l’intera città), erano stati scoperti in Largo Corsia dei Servi anni fa, a seguito di scavi effettuati per un parcheggio sotterraneo, e ancora prima (1959), quando in centro si procedette alla posa di nuove tubature fognarie.
Il recente, tangibile segno di romanità nell’area San Babila accende ancora di più la viva curiosità degli archeologi (i quali avvieranno ulteriori sopralluoghi), degli storici e semplici cittadini.
In origine, l’edificio era lungo 130 metri circa, largo 110, e occupava la ragguardevole superficie di 14mila metri quadri.
Sembra che l’acqua venisse qui convogliata da una diramazione del fiume Seveso per essere immessa nel “frigidarium” (ci si immergeva in bagni di acqua fredda), successivamente nel “tepidarium” (bagni in acqua tiepida) e infine nel “calidarium” (bagni in acqua calda, la cui temperatura veniva mantenuta costante tramite particolari bracieri oppure tramite aria calda che veniva fatta circolare sotto il pavimento).
E’ chiaro che, qualora venissero scoperti altri importanti reperti, la Sovrintendenza alle Belle Arti dovrà opportunamente valutare come procedere negli scavi, affinché vengano recuperati, nel più razionale dei modi, reperti di epoca romana assai preziosi.
Infine, desideriamo segnalare che, a seguito degli scavi per la Linea Blu, vi sono più di settecento attività commerciali definite a rischio perché situate in prossimità degli scavi stessi. Il Consiglio comunale prenderà posizione in merito alle opportune forme d’aiuto (doveroso sconto sulle tasse?) che dovranno essere studiate, come ci si augura, nel modo più cristallino possibile.