Chiesa già esistente nel 1105 con altra struttura muraria, fu denominata “alla Porta” perché sorta ove era ubicata l’antica Porta Vercellina e inserita nelle mura romane costruite da Ottaviano Augusto. Il tempio venne progettato ex novo dall’architetto Richini attorno al 1650, quel famoso Francesco Maria Richini che portò a Milano e in Lombardia la fastosità delle strutture barocche. L’erezione della chiesa, tuttavia, poté dirsi conclusa solo dopo la morte del Richini, avvenuta in Milano nell’aprile del 1658.
Venne infatti portata a termine dal Borromini (1599 -1667), come si sa noto progettista dell’attuale colonnato di piazza San Pietro a Roma, ma anche restauratore e ricostruttore parziale della basilica di San Giovanni in Laterano. Al Borromini è dovuta la costruzione del portale di Santa Maria nonché del timpano triangolare. La facciata di questo tempio alterna scorci di ordine corinzio a fasi di ordine ionico. Sempre sulla facciata, si ammira l’elegante altorilievo di Carlo Simonetta, lo scultore, che raffigura l’assunzione in cielo della Vergine Maria. A lato sono state poste due interessanti sculture, opere di Giacomo Maraglia, architetto che a Milano progettò l’arco di Porta Comasina (1826). Passando all’interno del tempio, ammiriamo l’unica navata che ospita quattro cappelle in cui figurano artistiche statue in marmo. In sacrestia è presente un’opera del Procaccini, visitabile quando la chiesa è aperta, purtroppo solo tre ore al giorno (15 -18), dal martedì al venerdì. Un’ultima annotazione: il tempio, nell’agosto 1943, venne pesantemente danneggiato da bombardamenti aerei. Fu colpito il famoso affresco della “Madonna del Grembiule”, i cui resti sono visibili sul lato destro della chiesa. Santa Maria alla Porta è oggi definita “cappellania” per i fedeli di lingua polacca.
Carlo Radollovich