di Ugo Perugini*
Al Teatro San Babila il 31 dicembre (due repliche pomeriggio e mezzanotte) e l’8,9 e 10 gennaio 2016, sarà in scena la commedia brillante di Derek Benfield “Toccata e fuga”, con Cinzia Spanò, Vera Castagna, Gloria Anselmi, Gigi Sammarchi e Marco Vaccari – che ha curato anche la regia del lavoro. Derek Benfield è garanzia di uno spettacolo leggero e gradevole, che si basa su ingredienti ormai collaudati e che piacciono al pubblico: intrecci amorosi, scambi di coppie, equivoci, malintesi.
Accenniamo appena alla trama. La moglie Hilary invita il marito Brian a fare jogging e lui ne approfitta per frequentare l’amante nell’appartamento che gli concede il suo amico George. Il quale, contemporaneamente, coglie l’occasione per diventare l’amante della moglie di Brian. Il meccanismo salta e iniziano gli equivoci quando Jessica, la moglie di George, scopre Brian con l’amante in casa sua…
Le commedie di Benfield sono complicate ma perfette macchine teatrali. Tutto si regge sul rispetto stretto dei tempi e sull’uso attento delle parole, visto che gli equivoci si reggono su fili esilissimi. I cinque attori in scena al San Babila, reggono bene il ritmo spesso forsennato della commedia e lo spettacolo scorre piacevolmente, incardinato sul rigoroso dialogo, che lascia poco spazio a battute estemporanee, anche se il Sammarchi qualche volta ci prova.
La leggerezza delle opere di Derek Benfield, come si diceva, è anche la chiave del successo del suo teatro. Il tradimento, nella filosofia di Benfield, è un passatempo elegante, un minuetto, fatto con garbo, con classe, che ricorre ad allusioni, riferimenti maliziosi mai pesanti e sempre all’insegna della buona educazione e nel rispetto delle apparenze.
Il pubblico, specie quello femminile, stando alla partecipazione e agli applausi, gradisce, sta ancora al gioco, ama essere stuzzicato su questi aspetti, a condizione, sempre rispettata, che il gioco non si faccia eccessivamente licenzioso. E che le apparenze, di cui dicevamo sopra, siano state messe in salvo.
D’altra parte, anche in questo lavoro finisce per prevalere l’astuzia e la capacità tattica femminile, rispetto a una certa maldestra ottusità degli uomini, i quali credono di governare le situazioni ma, invece, finiscono per essere governati.
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