di Carlo Radollovich
Su Milano volano non soltanto le rondini comuni, spesso identificate semplicemente come balestrucci, ma anche e soprattutto i magnifici rondoni, lunghi poco meno di 20 centimetri e con un peso davvero contenuto, quasi mai superiore ai 50 grammi.
Conosciamo da vicino il rondone comune che garrisce sopra i tetti del centro storico, il rondone pallido che nidifica tra gli anfratti della parte superiore della Stazione Centrale nonché tra alcune guglie del nostro Duomo (si distingue dagli altri per un consistente piumaggio color caffellatte), e infine il rondone maggiore che “alloggia” prevalentemente presso lo stadio di San Siro.
La loro eleganza in volo è stata elogiata da diversi poeti e scrittori nel corso dei secoli. Eugenio Montale descrive un esemplare con “le ali ingrommate di catrame” nella sua bellissima poesia “Il rondone”. Essi sono abilissimi nell’eseguire precipitose virate così come sono in grado di effettuare improvvise picchiate nel tentativo di procurare il cibo per sé e per la nidiata (si tratta di insetti), raggiungendo punte di velocità che sfiorano i 200 chilometri orari, in linea sotto questo aspetto con le “esibizioni” del falco pellegrino.
Una curiosità: sembra che essi abbiano la facoltà di dormire mentre si librano in cielo utilizzando solo un emisfero del cervello (il cosiddetto sonno uniemisferico) e gli ornitologi sono da qualche tempo allo studio per accertare scientificamente questa particolare proprietà. Con l’altro emisfero sono in grado di controllare tutte le varie fasi del volo. Insomma, questi esserini potrebbero avere a disposizione importanti…elementi di automatismo o di robotica.
A proposito del rondone pallido, segnaliamo che sulla facciata di uno stabile del centro, in fase di ristrutturazione, sono state collocate alcune decine di cassette-nido al fine di preservare la specie. Infatti, i nidi originali verrebbero sicuramente distrutti a seguito dei lavori di rifacimento del palazzo.