di Carlo Radollovich
Sono lontani i tempi in cui (3 febbraio 1925) la Giunta municipale, sentito il sindaco, istituiva una “medaglia di benemerenza per i cittadini di nomina comunale che hanno ricoperto cariche nelle commissioni comunali (…) assegnando quella d’oro a coloro che hanno fatto parte delle Commissioni per almeno dieci anni “.
Successivamente, il 16 novembre 1935, conferendo maggiore corposità al significato del premio, si precisava che l’assegnazione della benemerenza “non va limitata a determinate classi di cittadini, ma va estesa a tutti coloro (…) che si siano resi meritevoli di un particolare attestato di benemerenza”.
L’attuale proposta di dimezzare il tetto delle medaglie d’oro (da 30 a 15) e degli attestati di civica benemerenza (da 40 a 20), secondo alcuni potrebbe mortificare le azioni di quei cittadini che, pur avendo compiuto qualcosa di nobile, non possono vedere premiate le loro meritevoli azioni per colpa di un taglio troppo severo.
Il totale dei premi, nel 2009, era addirittura salito a 76. Però, nel 2013, si giunse a proporre un taglio più che drastico, prevedendo addirittura un numero massimo di 15 premi tra medaglie d’oro e attestati di benemerenza. Ma non se ne fece nulla.
Va tuttavia sottolineato che già nel 2011, con il cambio di maggioranza alla guida della città, il numero dei premi si restringeva notevolmente, passando da un totale di 74 (nel 2010) a 59.
Ora, la scelta del taglio accennato per il prossimo 7 dicembre rispecchia una delibera che non appartiene né alla maggioranza né all’opposizione, ma semplicemente riflette una scelta bipartisan. Consiglieri di Forza Italia, ma anche altri, avanzano l’idea che l’investitura dei candidati possa essere esaminata e attuata dal sindaco in persona, che se ne assumerebbe la responsabilità, così come avveniva sino all’anno 1998. Il sindaco stesso, con il suo potere di revoca, potrebbe agire direttamente nei confronti di quei cittadini che, premiati con medaglie o benemerenze dell’Ambrogino, vengano poi condannati per reati, gravi e meno gravi, di qualsiasi natura.
Inoltre, si intende conferire ai premi (diminuiti) uno specifico valore che esalti l’onorificenza stessa. In pratica: restringendo il numero, si ottimizzerebbe la sostanza del premio e l’importanza del premiato.
Resta tuttavia l’amara esclusione, come dicevamo prima, di coloro che non possono godere della meritata riconoscenza per aver compiuto un inconsueto gesto d’umanità o un’azione davvero nobile. Tagli da una parte necessari (spending review ?), ma dall’altra frustranti, almeno per certi versi.