Ho partecipato anch’io alla riunione tenutasi in via Quarenghi con l’Assessore Maran e vorrei esprimere, a beneficio di chi non era presente, alcune considerazioni da “osservatore indipendente”.
Già non è stato facile, per chi non è pratico di quella zona, trovare la via Quarenghi e soprattutto parcheggiare; ma una volta inquadrato l’edificio che avrebbe ospitato l’incontro non lo si può più perdere di vista. È immenso e brutto come pochi. È incombente e di quel tipo di costruzioni che si erigevano alcuni anni fa con il cemento a vista e pesantemente disadorno. Con l’aiuto di qualche cartello ed anche di occasionali passanti trovo finalmente il percorso giusto per arrivare nel luogo dell’incontro e la conferma mi viene dal fatto di vedere piacevolmente qualche volto noto.
Dopo un po’ di attesa arriva il San Pietro di turno che con chiavi alla mano ci accompagna lungo una scaletta tipo rifugio antibombardamento sino alla sala della riunione. È allestita come un’aula universitaria; una transenna separa una zona a gradoni (dove si insedia il pubblico) da una piana in cui lunghi tavoloni sono perpendicolari ad un altro parallelo alla parete (i primi presumo siano i siti dei Consiglieri e l’ultimo quello della Presidenza).
Con puntualità all’ora stabilita iniziano i lavori con l’Assessore che tiene un breve prologo in una atmosfera attenta e con una luce così bassa che mi chiedo come facciano, coloro che siedono vicino ai tavoloni, a prendere appunti e soprattutto a rileggerli. Quando la parola passa all’Ingegnere che affianca l’Assessore comprendo il perché della luce bassa: si proiettano delle diapositive. Ma il sacrificio della poca luce non premia la visione delle stesse poiché sono piccole ed io, che sono comunque in seconda fila sui gradoni, con difficoltà riesco a capire che si tratta di una rete di trasporti di Milano. A suffragio della mia sensazione sento un Consigliere borbottare che non si legge bene e quasi subito dopo l’oratore fa rimuovere una tabella proiettata perché tanto non è leggibile.
Nel frattempo l’Ingegnere snocciola una sequenza infinita di nomi di vie, piazze, stazioni di interscambio, linee metropolitane, ecc. con la disinvoltura di chi probabilmente ha in mano il progetto da mesi, o addirittura ne è l’autore, e che ha già tenuto una simile conferenza in altre zone di Milano. Non so gli altri presenti ma io, non potendo riscontrare i particolari del racconto sulle diapositive, perdo il filo del discorso e mi trovo a chiedermi se questi laureati che siedono al tavolo della Presidenza non abbiano mai partecipato ad un Congresso di quelli fatti bene ed in cui le diapositive proiettate, qualsiasi sia l’argomento, sono talmente chiare e comprensibili che non hanno nemmeno bisogno di essere commentate. Se invece è una carenza di mezzi audio-visivi solo dell’aula del Consiglio di Zona 8, vuol dire che oltre ai problemi che già sappiamo di avere dobbiamo aggiungere anche quello di una necessaria e migliore rappresentanza di comunicazione.
Viene anche dato spazio ad interventi da parte dell’uditorio ed in particolare mi colpisce quello di una signora (Consigliere?) che si prende un notevole spazio di tempo per parlare di una costruenda pista ciclabile. Ma come si fa a darle torto? Riferisce che tale pista in certi punti cambia così spesso di direzione che assomiglia più ad un percorso ciclo-campestre (è una mia definizione) che non cittadino; inoltre in mezzo ad essa insistono molti pali per le infrastrutture della via che percorre e questa è una situazione di pericolo per i ciclisti; pericolo che ben presto cessa di esistere perché la pista ciclabile finisce contro un muro di cinta di proprietà in calcestruzzo. Nessuno ride. La signora conclude dicendo che avendo in quel punto incontrato dei tecnici (del Comune?) ed avendo chiesto loro spiegazioni ha ottenuto come risposta: “….noi abbiamo eseguito quanto indicato sui disegni operativi”. È impossibile non giungere alla conclusione che probabilmente certi progetti nascono come un tracciato su una cartina topografica e poi non vengono fatti i necessari sopralluoghi di controllo. Si spendono così i soldi dei contribuenti?
Ci si avvia rapidamente alla fine dell’incontro poiché sono quasi le 20 e si deve lasciare obbligatoriamente la sala; colgo commenti di malcontento da parte di alcuni Consiglieri che lamentano il fatto di non aver avuto, prima di tale incontro, documenti utili per meglio valutare i progetti e contribuire pertanto con critiche costruttive a migliorare gli stessi.
Esco piuttosto sconcertato ed amareggiato perché ero andato all’incontro speranzoso di sapere e di capire ed invece me ne ritorno con la sensazione di avere assistito ad una operazione di facciata ed eccone i motivi.
Innanzitutto la riunione era a tempo e non poteva durare più di un’ora e mezza. Ma non è che si stava discutendo del sesso degli angeli o di un argomento filosofico. Ci stavano presentando un Piano Urbanistico di Mobilità Sostenibile (PUMS) valevole per il prossimo decennio e per la Città Metropolitana di Milano. Come si fa a dibattere per così poco tempo su progetti così complessi come quelli trattati e che cambieranno significativamente la nostra Milano in termini per la maggior parte verosimilmente irreversibili? E poi la comunicazione è stata compromessa dalla scarsa qualità delle immagini e dal fatto, se risultasse veritiero, che i Consiglieri non erano in possesso della necessaria documentazione a priori. È pur vero che ci hanno detto che ci sarà tempo sino alla fine di Aprile per inoltrare osservazioni inerenti agli argomenti trattati ma sembrano tempi piuttosto ristretti per esaminare con completezza tutto quanto è stato presentato.
Poi, dopo ancora diversi giorni da quell’incontro con l’Assessore, c’è un inspiegabile silenzio da parte dei Consiglieri di Zona su quell’evento. Che siano rimasti totalmente soddisfatti? Ma i Consiglieri sono stati eletti dai cittadini che li hanno votati; il loro compito oltre a quello di occuparsi dei problemi della Zona è anche quello di interfacciarsi con le Autorità che sono sopra di loro affinché queste possano comunicare con i cittadini stessi. Ma se tali Autorità vengono meno al rispetto di un ruolo così importante dei Consiglieri, questi devono denunciarlo ai loro elettori affinché questi sappiano che ai loro Consiglieri non vengono forniti gli strumenti necessari per svolgere bene il loro compito. Ecco perché non capisco il loro silenzio. Tacere su certe carenze è come consentire che decisioni importanti prese in una ipotetica “stanza dei bottoni” diventino operative senza dibattiti e/o critiche costruttive e questo non è certo un modo democratico di governo del territorio.
Non c’è molto tempo ancora; se avete delle istanze da presentare all’Assessore Maran è il momento di farlo. Non c’è niente di più gratificante che impegnarsi civilmente per la propria città e per il nostro quartiere con la finalità di migliorare il nostro modo di vivere.
Lettera firmata