di Carlo Radollovich
La fonderia napoleonica, realizzata circa duecento anni fa (1806) a Milano, fu denominata “Eugenia” in onore del viceré del Regno d’Italia Eugene de Beauharnais. Venne eretta nel luogo che corrisponde attualmente al civico 21 di via Thaon di Revel e ha lasciato nel frattempo il posto a una serie di stabili adibiti a diversi usi.
Esiste tuttavia un piccolo museo, creato in loco, che custodisce strumenti di lavoro e attrezzature varie, relative all’attività di fonderia in bronzo che la ditta Barigozzi ha svolto qui per parecchi decenni, addirittura sino al 1975.
La produzione verteva quasi esclusivamente su campane di pregevole fattura e su lavorazioni artistiche di spicco. Basti ricordare, tra le altre, la sestina in bronzo posizionata sull’Arco della Pace, il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo, il monumento raffigurante Alessandro Manzoni in piazza San Fedele.
Nel museo è possibile osservare tra l’altro una collezione davvero singolare di formelle in gesso, e anche in terracotta, che venivano utilizzate per la decorazione delle campane.
In effetti, sulla campana, oltre all’inserimento del nome di coloro che l’avevano ordinata o delle congregazioni religiose che l’avevano commissionata, si effigiava di norma la figura del Cristo attorniata da sacre rappresentazioni di Santi.
Qualora intendessimo, all’interno del museo, concentrare la nostra attenzione sulla raccolta di varie opere in gesso oppure soffermarci davanti al forno originale o ad una serie di disegni storici riguardanti la fabbrica, sarebbe possibile ripercorrere idealmente le varie fasi delle singole lavorazioni: dalla prima creazione della sagoma della campana sino all’emozionante attimo della fusione.