domenica, Novembre 17, 2024
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RESTAURO DEL “LIRICO”: SI RIPARTE

di Carlo Radollovich
Dopo lunghe traversie, iniziate nel 1999, ecco che i lavori per il ripristino del glorioso teatro milanese riprenderanno finalmente nel prossimo gennaio.
La gara d’appalto è stata vinta da un’importante impresa edile di Bari, la quale si è impegnata nel portare a termine l’intera opera entro 450 giorni. Ciò significa che, nella primavera del 2017, i milanesi potranno tornare a frequentare, con l’ammirazione di sempre, il mai dimenticato “Lirico”.
Vale la pena di ricordare brevemente la sua storia. Le fondamenta del teatro erano state gettate nel 1776 sull’area appartenente alle scuone cannobiane, per volere dell’arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria, il quale assegnava i lavori niente meno che all’architetto Giuseppe Piermarini, il ben noto realizzatore della nostra “Scala”. Nel giro di tre anni, l’opera, con pianta a ferro di cavallo, dotato di una serie di palchi e del loggione, poteva dirsi conclusa.
Nella grande sala, denominata originariamente “Cannobiana”, si svolgevano varie rappresentazioni ed è rimasta memorabile l’esecuzione della prima de “L’elisir d’amore”, opera del bergamasco Gaetano Donizetti, sotto la direzione di Alessandro Rolla e con la presenza del basso Giuseppe Frezzolini, padre di quel celebre soprano, Erminia Frezzolini, che sarà interprete assai apprezzato del repertorio verdiano.
Purtroppo, la diminuzione di certi introiti, di provenienza statale, fu preludio ad un vistoso declino della “Cannobbiana” e solo grazie all’aiuto dell’editore musicale Edoardo Sonzogno, primo restauratore del teatro, venne deciso di rilanciarlo: le sue sorti non tardarono a risollevarsi.
Nel 1894, ecco che Sonzogno ritenne di ribattezzarlo “Teatro Lirico Internazionale” e riuscì a farvi eseguire due importanti prime: l’”Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea e “Zazà” di Ruggero Leoncavallo. Le numerose serate, con la presenza di quel fenomeno vocale che si chiamava Enrico Caruso, consacrarono la ripresa in tutti i sensi dell’amato “Lirico”.
Ma non solo opere. Qui venne ospitata (aprile 1914) la prima del kolossal cinematografico “Cabiria”, girato a Torino, che avvinse gli spettatori con oltre tre ore di spettacolo.
Il teatro ritornò ad essere di proprietà del Comune nel 1926 e nel 1938 subì purtroppo un gravissimo incendio. L’incarico di ricostruirlo fu affidato all’architetto Antonio Cassi Ramelli.
Trascorsero cinque anni e la Scala venne pesantemente danneggiata dai bombardamenti angloamericani e il “Lirico” fu in grado di ospitare niente meno che l’intera stagione scaligera del 1943.
Nel dicembre del 1944, Benito Mussolini vi tenne il suo ultimo comizio.
Nel 1964, la gestione fu affidata al “Piccolo Teatro” di Strehler. Celebri le rappresentazioni delle “Baruffe Chiozzotte” e dei “Giganti della montagna” e più avanti furono ospitati ii concerti di Louis Armstrong e di Duke Ellington. Nel 2003 il “Lirico” venne dedicato a Giorgio Gaber.
Ma ora siamo tutti proiettati verso il 2017. Siamo infatti in trepida attesa, dopo diciassette anni di ricorsi al Tar e di bocciature di diversi progetti di restauro, di poter assistere alla rinascita di un prestigioso teatro di cui i milanesi hanno nostalgicamente sentito la mancanza per tutto questo tempo.

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