venerdì, Novembre 22, 2024
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REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DELLA LEGGE MERLIN

La Regione Lombardia ha approvato la proposta di referendum per l’abrogazione parziale della Legge Merlin che, come molti ricorderanno, impose la chiusura delle case chiuse. L’iter del provvedimento è ancora lungo ma già si sono avute diverse reazioni.

L’idea del relatore e primo firmatario della proposta, Massimiliano Romeo della Lega Nord, è quella di “modificare una normativa superata e inadeguata ormai da troppi anni. Non si tratta di legalizzare la prostituzione ma di regolamentare quello che avviene nella realtà, togliendo il fenomeno dalle strade e sottraendolo alla malavita. Siamo certi che, con la prospettiva di un referendum, anche il Parlamento finalmente si deciderà a prendere posizione”.

Coloro che sono contrari all’iniziativa sostengono che la formula del referendum è inefficace e propagandistica e in questo modo raddoppieremo il problema, come dimostrerebbero analoghe esperienze in Europa. Il Parlamento europeo, d’altra parte, ha da poco votato una risoluzione di condanna di ogni forma di prostituzione come forma di violenza sulle donne.

Sono stati sentiti anche i pareri del Comitato per i diritti civili delle prostitute e l’Associazione radicale “Certi diritti”. Le due associazioni si sono espresse sul referendum per la parziale abrogazione della legge Merlin, esprimendo varie critiche nel metodo e nel merito. Sono del parere, infatti, che una vera riforma si ottenga attraverso una nuova legge che regolamenti la materia nell’ambito del diritto civile e del lavoro, non di quello penale.

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Pia Covre, segretaria del Comitato per i diritti civili delle prostitute, ha dichiarato: “le modifiche proposte sono talmente irrilevanti che non produrrebbero un sostanziale cambiamento e non offrirebbero nuovi strumenti di governo della situazione”.

Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione radicale “Certi diritti”, dal canto suo, precisa: “un referendum che si limita a concedere di lavorare al chiuso per rimuovere i lavoratori e le lavoratrici del sesso dallo sguardo della società e non concede alcun diritto è inaccettabile”.

E i Lettori del Mirino cosa ne pensano?

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