di Ugo Perugini
Il Governo ha dato il parere positivo al decreto legge che depenalizzerà alcuni reati presenti nel Codice Penale, definiti “lievi”. Per lievi si intendono quei reati che non ledono troppo la sfera giuridica personale o che non sono abitualmente commessi dall’autore e che, in genere, prevedono pene detentive non superiori ai 5 anni.
Osservando questa proposta dal punto di vista del cittadino onesto, che paga le tasse e cerca di comportarsi sempre in modo corretto e legalmente ineccepibile, è naturale giudicarla come una beffa, una presa in giro. Specie in una situazione come l’attuale di “allarme sociale” che vede un continuo aumento della malavita.
Vediamo quali sono i reati che il Governo giudica “tenui”: quelli contro il patrimonio, come furto semplice, danneggiamento, truffa, ma anche violenza privata o minacce. Pensiamo alle persone che quotidianamente subiscono furti, o agli anziani vittime di truffe, o agli altri che devono sottostare a violenze o minacce. D’ora in avanti, se la legge passerà (ma non vi sono dubbi che passi) gli autori di questi reati che saranno anche lievi ma spesso sono davvero i più infami, non andranno più in carcere.
D’altra parte, come si dice in termini colti, questa è proprio la “ratio” della legge, cercare cioè di alleggerire il carico giudiziario che rallenta l’attività dei tribunali e riempie le carceri di persone che devono scontare pene per reati cosiddetti lievi.
Come si fa a non comprendere certi atteggiamenti della Lega che ha tuonato contro questa iniziativa e ha promesso di fare un dura opposizione? Certo, ci siamo abituati a queste operazioni del Governo che, pur avendo un senso dal punto di vista logico e politico, vanno però a danneggiare i cittadini, e spesso proprio i più deboli che avrebbero maggior bisogno di tutela e protezione.
Ma attenzione, questo vale anche e soprattutto per i reati ad alto livello, di cui la gente comune non si interessa, visto che ha il problema di arrivare a fine mese, ma che costano ogni anno al nostro Paese 60 miliardi di euro per corruzione e ci relegano, come visto in un altro articolo, all’ultimo posto in Europa.
Parliamo naturalmente del fatto che si continua a mantenere in vigore la depenalizzazione del “falso in bilancio”, legge voluta per “salvare” certe persone, e che oggi garantisce comportamenti scorretti e disonesti (non di poche centinaia di euro ma di milioni) alla faccia dei cittadini onesti che davvero sembra non contino nulla.