di Stefania Bortolotti
Il sale non va demonizzato, non solo perché è una componente importante della dieta mediterranea, ma perché l’apporto di sodio è insostituibile per il corpo umano. Un consumo eccessivo di sodio, tuttavia, è nocivo, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede una riduzione del consumo di sale del 30% nei prossimi anni.
Questo è emerso da uno studio sul sale alla stampa dalla nutrizionista Maria Letizia Petroni, in occasione del lancio sul mercato di un nuovo sale marino che contiene il 50% in meno di sodio.
Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) del 2013 specificano che gli adulti dovrebbero consumare non oltre 2000 mg di sodio, pari a 5 g di sale al giorno, e che entro il 2025 in Europa il sale quotidianamente consumato va ridotto del 30%. In Italia il consumo medio di sale è 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne, una quantità dunque superiore al fabbisogno consigliato dall’OMS.
“Vi sono solide evidenze che un eccessivo apporto di sodio, in particolare di cloruro di sodio, si associ con un aumento del rischio cardiovascolare – ha dichiarato Maria Letizia Petroni, Medico Nutrizionista Clinico, Professore Associato settore Endocrinologia, Nefrologia, Scienze dell’Alimentazione e del Benessere – Questo aumentato rischio è dovuto a vari fattori, il maggiore dei quali è quello dello sviluppo di ipertensione arteriosa. Anche se questo vale soprattutto per quel 40% della popolazione che è sensibile al sale per predisposizione genetica”.
Va sottolineato che il sodio è indispensabile per il corpo umano e che il fabbisogno minimo fisiologico è di 500 mg al giorno. Il corpo umano contiene circa 90 grammi di sodio, un minerale che gioca un ruolo fondamentale in diversi processi fisiologici.
Il comune sale da cucina è costituito per il 99% e oltre da cloruro di sodio (sodio 39%) e contiene solo quantità minime di magnesio, potassio e calcio.
Al contrario il sale innovativo “Essenziale”, prodotto da Gemma di Mare (Compagnia Italiana Sali) contiene il 50% di sodio in meno rispetto al sale comune e percentuali significative di magnesio, potassio e calcio.
“Un sale naturale a basso tenore in sodio e di gusto gradevole, che si presta a tutti gli usi in cucina, rappresenta una vera e propria rivoluzione in campo nutrizionale – ha osservato Petroni – sia per la normale nutrizione umana che per la nutrizione clinica, cioè l’utilizzo in pazienti con ipertensione, cardiopatie, nefropatie lievi-moderate, osteoporosi e calcoli renali”.
Dunque sarebbe profondamente errata una demonizzazione del sale, che invece va consumato in base alla quantità, ma anche alla qualità, come ha specificato Bruno Franceschini, Direttore Generale di Compagnia Italiana Sali CIS:
“Fino al 1974, quando era distribuito dal Monopolio dello Stato, il sale era percepito dai consumatori come una commodity da acquistare in tabaccheria, in scatole di cartone. Oggi in negozio possiamo scegliere tra diverse qualità di sale in differenti formati per soddisfare ogni esigenza dei consumatori. Noi di Compagnia Italiana Sali abbiamo impiegato quattro anni di ricerche per arrivare a un sale marino naturale con il 50% in meno di sodio e che mantenesse intatti gusto e sapidità”.
“Essenziale” si pone come un’alternativa naturale al sale iposodico che è ottenuto tramite una preparazione farmaceutica degli ingredienti e viene quindi percepito come un “sale medicinale”, chimico, trattato e di sapore amaro.
Il nuovo prodotto è già sugli scaffali di alcune catene di supermercati, e sta già riscuotendo un grande favore. Viene presentato anche a Expo2015 nel padiglione “Cibus è Italia – Federalimentare”.