Offelee fa el to mestee (pasticciere fai il tuo mestiere)
Nella vecchia Milano erano mal visti a priori coloro che, con boria assolutamente indesiderata, mettevano in evidenza tutta la loro improvvisazione. Il proverbio desiderava (e desidera tuttora) mettere in luce la non competenza di certe persone che si proclamavano esperte nella loro materia, ma in sostanza si mostravano del tutto inconsistenti. Il messaggio risultava chiaro: eseguite con precisione solo ciò che sapete fare, rinunciando a “dimostrare” ciò che vi è sconosciuto.
Ona figura de ciccolattee (una figura da cioccolataio)
L’espressione vuole indicare le persone che si rendono ridicole, loro malgrado, soprattutto se vengono viste da altri con una netta aria di compatimento. Chi ad esempio si propone di compiere una certa impresa senza esserne in grado, si mette nella condizione, in caso di manifesto ed evidente flop, di suscitare persino sonore risate di scherno da parte dei vicini.
Fa la guggia (fare l’ago)
Significa riuscire a liberare il proprio animo da una condizione scomoda o addirittura disagevole. Questo detto prendeva spunto da “l’omm de la guggia” ossia l’operaio incaricato dall’ATM quando gli scambi tranviari non erano ancora automatici. Egli restava a disposizione del conducente del tram in prossimità degli scambi stessi, inserendo un’asta metallica ossia la “guggia” tra le rotaie, al fine di dirottare la carrozza nella direzione desiderata.
Grass de rost (grasso d’arrosto)
Qui ci troviamo a tu per tu con l’arte culinaria. Gli esperti in questo settore ci informano che il grasso dell’arrosto conferisce alla carne un buon sapore, ma che lo stesso può risultare pesante per la digestione, soprattutto per gli stomaci più delicati. Questa locuzione indica, in senso bonario, l’ostico atteggiamento di parenti e amici che rivelano spesso comportamenti giudicati poco amabili e anche fastidiosi.
L’è vegnuu gio cont la piena (è venuto giù con la piena)
Sappiamo che Lambro e Seveso, in caso di forti e insistenti piogge, esondano con una certa frequenza. Non soltanto loro. Infatti, nei secoli passati, a seguito di piogge autunnali molto intense, anche altri corsi d’acqua e torrenti trascinavano in città ogni sorta di detriti, tronchi d’albero e addirittura macerie. Il proverbio ci fa capire che, al cospetto di una persona poco perspicace o tonta, appena giunta a Milano dai paesi vicini con aria stranita, ci fa sembrare la stessa come un aggeggio…anche lui trasportato in città dalla piena.