Conosciamo da molto l’impegno di Greenpeace, risalente alla metà degli anni Settanta, nel battersi apertamente contro la caccia alle balene. Purtroppo, malgrado le numerose operazioni compiute contro le navi della morte, e cioè le baleniere, esistono ancora tre nazioni, Norvegia, Islanda e Giappone, che continuano a violare una moratoria del 1986, la quale prevede di tutelare, con tanto di approvazione a livello internazionale, tutte le famiglie comprendenti cetacei di ogni specie.
E l’azione coraggiosa di Greenpeace non si arresta, anzi adotta misure ancor più determinate nel tentativo di porre fine, a qualsiasi livello, alle degeneranti cacce ai mammiferi dei mari e degli oceani. Ma è di questi giorni una notizia importante, anche se non si riferisce alla cattura di cetacei, bensì alla protezione dei delfini in un tratto oceanico della Francia. Infatti, li si vuole difendere dalle reti dei pescatori, ove spesse volte rischiano di finire per poi morire.
Ma che cosa hanno deciso di attuare i nostri cugini francesi ? Hanno deliberato di lasciare ormeggiati nei porti ben trecento pescherecci di misura superiore agli otto metri. Tale blocco scatterà nel Golfo di Guascogna sino al 20 febbraio 2025, convinti che questa misura consentirà il raggiungimento di notevoli vantaggi.
Tuttavia, alcune associazioni non si dichiarano d’accordo con questo blocco che ovviamente comporta una notevole diminuzione del pescato sulla costa atlantica. Si suggerisce, per contro, di montare tra le reti speciali apparecchiature che, munite di apposite segnalazioni acustiche, invitano i delfini ad allontanarsi.
Resta in ogni caso una significativa conferma di quanto più sopra descritto. Infatti, a seguito di un’analoga disposizione del 2023, si constatava che le vittime per soffocamento nelle reti, in tale anno, raggiungevano il numero di seimila circa mentre nel 2024 tale cifra scendeva sotto i millecinquecento.
Va comunque sottolineato che i delfini, nei decenni scorsi, erano così numerosi nella costa ovest della Francia, tanto da essere considerati forti “concorrenti” dei pescatori di sardine. Ma oggi non intralciano la pesca dei piccoli pesci e oggi vengono considerati specie protetta. Nella stessa zona sono attualmente presenti circa 200mila esemplari.