di Carlo Radollovich
Tempo fa, sulle colonne della nostra rivista, ci eravamo occupati di questo roditore, il cui massiccio proliferare parla chiaro: in Lombardia vivono attualmente 3 milioni circa di individui, con un aumento, rispetto al 2009, che supera il cento per cento.
Si calcola che i danni causati dall’intera popolazione di nutrie, in Lombardia, si aggirino sui 450mila euro all’anno. Infatti, erodono le sponde di dighe medio-piccole, sono in grado di sconvolgere vari sistemi d’irrigazione e addirittura di minacciare i campi coltivati, tra cui le risaie.
Infatti, la nutria si alimenta principalmente di radici in generale, di tuberi e anche di rizomi.
E’ in grado di riprodursi in ogni stagione e la femmina partorisce anche tre volte l’anno (4-5 piccoli alla volta) dopo una gestazione che dura all’incirca quattro mesi. In natura, viene spesso cacciata da volpi, cani e anche dall’allocco e dalla poiana.
Ora, la Commissione regionale lombarda per l’agricoltura ha messo a punto e approvato un progetto di legge che consentirà di dare “battaglia” a questo animale, nel tentativo di ridurre drasticamente il numero dei suoi componenti.
E quando il provvedimento sarà tramutato in legge, le province potranno addirittura predisporre piani di eradicazione, analogamente a quanto si procede contro topi e ratti.
Verranno incaricate alcune università affinché elaborino metodologie non cruenti, ma resta il fatto che, nel frattempo, sarà consentito di ricorrere a trappole varie, facendo uso di fionde, archi e persino di fucili.
In ogni caso, la caccia alle nutrie potrà essere consentita, nel corso di qualsiasi mese, da gennaio a dicembre, su tutto il territorio regionale. Si ritiene infine che potranno essere recuperati i corpi delle nutrie abbattute affinché, dopo opportuni trattamenti delle carni, queste possano essere utilizzate come alimento destinato ad animali.