venerdì, Novembre 22, 2024
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A POPSOPHIA: CHE I GIOVANI PENSINO CON LA LORO TESTA

di Ugo Perugini

Interessanti e stimolanti gli incontri che si sono svolti a Popsophia dal 9 al 12 luglio, il festival della filosofia contemporanea che si è tenuto a Rocca Costanza a Pesaro. Un tema tra i molti affrontati è stato particolarmente tempestivo, quello che riguarda l’educazione dei giovani, visto che in questi giorni è stata approvata la riforma della “buona scuola”. Io non sono in grado di affermare se tale riforma sia valida o meno. Non ho gli elementi per farlo. Queste riforme, anche se non così profonde come qualcuno ha sbandierato, hanno una caratteristica tipica: sono a  “scoppio ritardato”. Ci si renderà conto se hanno funzionato solo tra qualche anno, a giochi fatti.

Però, ho sentito diverse posizioni critiche di carattere generale che mi hanno preoccupato. Ad esempio, l’idea che nei principi di fondo che l’hanno motivata, vi sia quello che la formazione debba essere legata a un saper fare, misurabile e verificabile. Questo potrebbe significare (mi auguro di no) vedere la formazione come addestramento, acquisizione di competenze, con la prevalenza di schemi mentali precostituiti, di sistemi preconfezionati. In altri termini, puntare sul fatto di “arredare la testa dei giovani di un certo numero di nozioni già fatte e sigillate” come dice  Umberto Curi – docente universitario autore del libro “La porta stretta. Come diventare maggiorenni”- presente alla kermesse pesarese.

Bisogna stare attenti a riforme di questo tipo, perché presuppongono una certa idea della società che vogliamo portare avanti. E l’idea che emerge, per quel poco che posso dire, è quella di una società basata sulla competizione, sull’idea del merito, come elemento primario di selezione. Tutti siamo d’accordo sul merito. Ma c’è merito e merito. Un merito che sembrerebbe puntare – mi auguro di sbagliare –  sulla capacità di adeguarsi agli schemi, di rispettare certe regole, di diventare validi “yes man”, incapaci però di esprimere un proprio autentico pensiero non sarebbe – dal mio punto di vista – molto condivisibile.

I filosofi presenti a Pesaro, a cominciare da Massimo Recalcati, fino a Cesare Catà, autore del libro “Compiti delle vacanze”, sono del parere che per uscire dal naufragio dell’educazione occorra suscitare emozioni e incentivare la libertà del pensiero, attraverso creatività e fantasia. Catà ha affermato che “il senso profondo dell’educazione è trasmettere un’emozionalità condivisa, quella scintilla capace di dare un significato alle cose. La scuola dovrebbe insegnare ai giovani a pensare con la propria testa.”

Dal canto suo, nella lectio magistralis, Massimo Recalcati aveva detto cose estremamente importanti sul ruolo dell’insegnante: “La forza del maestro non è trasmettere il sapere, non è riempire teste, ma creare vuoti nelle teste così da mettere in moto il desiderio di sapere dell’allievo”. La scuola è un momento importante dell’educazione dell’uomo solo se è possibile praticare il pensiero critico, per porre resistenza – sono sempre parole di Recalcati – “di fronte ad un sociale che va verso il conformismo”.

Segnatevi per il prossimo anno questo appuntamento a Pesaro, Rocca Costanza, splendida struttura militare del Quattrocento. Sarà la sesta edizione e un’occasione importante per assistere a rassegne, spettacoli, dibattiti, installazioni, mostre, performance, concerti. E per riflettere in modo intelligente e libero su temi di attualità con grandi nomi della filosofia e della cultura internazionale oltre a giovani appassionati della pop cultura.

Mi è odioso tutto quanto mi erudisce soltanto ma non mi arricchisce (F. Nietzsche)

Per informazioni: http://www.popsophia.it/it/festivaldelcontemporaneo/

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