Questo scapolone, trentacinquenne, aveva fatto bisboccia con i colleghi sino a tarda ora. Una cena non proprio leggera in trattoria, una partita a carte e poi qualche bicchiere di vino. Poi i soliti saluti molto cordiali, con l’intesa che, la prossima settimana, si sarebbero rivisti. Quella sera Virginio aveva bevuto con moderazione, ma non vedeva l’ora di ritrovarsi a letto, sotto una calda coperta.
Arrivando dal centro città, pensò di accorciare la strada attraversando il parco Sempione per poi giungere in via Abbondio San Giorgio, la sua meta. Giunto quasi a metà del suo percorso, avverti’ la presenza di una donna, elegantemente vestita, che indossava un artistico cappellino dal quale scendeva una veletta che le copriva completamente il volto. Sembrava muoversi verso di lui. Virginio cercò di abbozzare un discorso ricco di convenevoli, ma non ci fu verso. Fu per contro colto di sorpresa, quando lei prese la mano di lui.
La coppia si incammino’ per una decina di minuti sino a quando si fermò davanti ad una villa molto signorile. La donna trascino’ delicatamente Virginio verso la camera da letto e qui si spero’ in #una naturale conclusione di questo contatto. Ma anche durante l’intimità più sensuale Virginio noto’ che la veletta rimase al suo posto. Si chino’ allora nel tentativo di baciarla e finalmente riusci’ a sfilarle la maschera.
Ma in quel preciso istante, Virginio si ritrasse inorridito. Infatti, il viso della donna era simile ad un teschio, con le orbite profondamente scavate e i bulbi di un colore bianco spettrale. L’uomo si rivesti’ urlando e uscì dalla villa correndo verso casa. Povero Virginio, ci metterà un bel po’ di tempo prima di rimettersi. Cercò di rintracciare la dama, più sinistra che mai, nel tentativo di ricostruire il più spaventoso rapporto d’amore.
Ma non ci riuscì mai; nemmeno la polizia fu in grado di identificare ne lei ne la villa. Gli amici di Virginio parlarono di un fantasma, altri accennarono al demonio travestitosi, altri ancora ad un tiro mancino del demonio…
