mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Palazzo Marino, i restauri

Si tratta di lavori assai importanti e delicati che si svilupperanno su tutto il perimetro esterno della costruzione. Si prevede che il restauro della facciata di via Case rotte, il più difficile da compiere, potrà essere ultimato entro due mesi circa.

Il lato che “abbraccia” piazza San Fedele sarà affrontato entro breve, mentre con scrupolosa attenzione ci si prenderà cura del lato di via Marino, ove in origine era situato l’ingresso per poter accedere al palazzo, per poi rifinire la facciata di piazza della Scala.

Il tutto verrà finanziato, per intero, dal gruppo Tod’s, leader italiano nella produzione e commercializzazione delle calzature e pelletterie di pregio (azienda posseduta dai fratelli Della Valle), intervento finanziario che si aggirerà sui due milioni circa di euro.

Il team di lavoro è imperniato su giovani e abili restauratori che si avvalgono di materiali a basso impatto chimico per non alterare qualsiasi aspetto dell’edificio. Ci si occupa di particolari e delicati interventi che riguardano anzitutto la liberazione dello stabile da importanti depositi di smog che si sono accumulati nel corso degli anni.

In seguito, occorrerà “lavare” opportunamente tutte quelle forme degradate, senza tuttavia intaccare le componenti storiche delle stesse.

A questo punto riteniamo che sarebbe forse opportuno, per i nostri lettori, tracciare in breve la storia di alcuni momenti di questo importante palazzo, ideato dall’architetto Galeazzo Alessi, eretto nel 1560 e poi rifatto tra il 1870 e il 1890. L’edificio era stato voluto dal conte Tommaso Marino, la cui moglie era imparentata con Andrea Doria, l’ammiraglio di grande caratura che svolgeva le proprie funzioni presso la Repubblica di Genova.

Morto il Marino nel 1572, il palazzo iniziava a decadere da più parti con alcuni evidenti crolli e nel 1630, in piena epoca pestilenziale, descritta dettagliatamente più avanti da Alessandro Manzoni, venne venduto al banchiere Carlo Omodei, il quale tuttavia non risiedette mai nell’edificio, tanto che i milanesi continuavano a considerarlo ancora appartenente alla famiglia dei Marino.

Verso la fine del ‘700, eseguiti alcuni restauri sotto l’attenta guida del Piermarini, trovarono qui sede, tra gli altri, il Ministero delle Finanze e la Cassa Imperiale del Banco di Vienna.

Scacciati gli Austriaci, il palazzo ospitò, dal settembre 1861, il Municipio di Milano, mentre nel 1872 l’architetto e decoratore Angelo Colla fu incaricato di restaurare il Salone d’Onore. I lavori per la nuova facciata verso piazza della Scala furono curati, tra il 1888 e il 1892, dall’architetto e storico dell’arte Luca Beltrami.

In seguito, la seconda guerra mondiale provocò diversi danni alla struttura. Soltanto nel 1954 terminarono le ultime, necessarie rifiniture.

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