Poco dopo l’Esposizione Universale di Milano, effettuata tra il 1881 e il 1882, la nostra città supera felicemente il traguardo delle 300 mila presenze. L’espansione edilizia, specialmente entro l’area delle mura spagnole, trova un’ottima conferma mentre il bilancio del Comune tende a mostrarsi sempre più valido.
Aumentano gli introiti, è vero, ma crescono anche le spese, per esempio relative alle costruzioni di opere pubbliche, come se si compisse una sorta di frenetica corsa verso la modernizzazione, da conquistare nel più breve tempo possibile.
Milano ha anche la fortuna di possedere un ottimo sindaco, Giulio Belinzaghi, che sarà attivo dal 1868 al 1884 e successivamente tra il 1889 e l’agosto del 1892, data in cui cessa di vivere. Gli va riconosciuto il merito di essere riuscito a risanare il bilancio comunale, considerato che il suo predecessore, Antonio Beretta, dovette sostenere costi consistenti, tra gli altri, per la sistemazione di piazza Duomo.
Nel 1873 è in grado di ottenere l’annessione alla città dei “Corpi Santi”, ossia tutti quei borghi agricoli collocati appena oltre le mura spagnole. Fonda la Banca Belinzaghi che rimarrà in vita per ben cento anni.
Un unico neo gli viene giustamente contestato perché approva, essendo importante azionista della Società Fondiaria, la demolizione del Castello Sforzesco, affinché si possa costruire al suo posto una serie di diversi edifici. Per fortuna, le aspre critiche della Società Storica Lombarda e la dura battaglia condotta dall’architetto e docente universitario Luca Beltrame, convincono Giulio Belinzaghi a lasciar cadere l’orribile progetto.
E finalmente, a salvaguardia del Castello, viene posto un vincolo monumentale sull’intero complesso. A parte questa sua infelice richiesta d’abbattimento, il sindaco viene sempre giudicato molto positivamente, tanto da ottenere la corona nobiliare di conte e addirittura la nomina a senatore conferitagli da Vittorio Emanuele II.
Ed ecco che, dopo la nobiltà spagnola e quella austriaca sotto Maria Teresa e Giuseppe II, si affaccia finalmente sul suolo italiano la nobiltà lombarda creata dai Savoia, alla quale si aggiungono esperti industriali e importanti banchieri, pronti a far rifiorire la nazione.