Progetto Arca è l’associazione che gestisce tra gli altri, il dormitorio di via Mambretti e il centro accoglienza di via Aldini 74, strutture distanti circa 200 metri una dall’altra e aperte dall’attuale lungimirante Amministrazione Comunale. Una responsabile è venuta in audizione in Commissione presso il Consiglio di Zona 8 per una relazione sulla struttura di via Aldini 74 da mesi ospitante immigrati provenienti dall’Africa.
Questa una sintesi di ciò che ci è stato detto dalla responsabile di Arca.
Una volta arrivati in stazione Centrale gli ospiti vengono smistati e arrivano alla struttura con vari mezzi, di solito navette e taxi. La permanenza media nella struttura è di 3/5 giorni poi la maggior parte raggiungerebbe parenti e amici nei paesi del nord Europa prevalentemente Germania, Svezia, Norvegia con mezzi vari come treno, auto (con vero e proprio traffico di “scafisti su gomma”) o aereo.
L’associazione Arca durante la permanenza in via Aldini provvede a fornire vitto, alloggio, visite mediche e, se necessario, vestiario.
Il numero degli assistiti varia molto e si passa da 150 a ben oltre 600 persone.
Nei momenti di massimo affollamento, oltre alla palestra attigua, anche l’adiacente dormitorio di via Mambretti accoglie altri 140 -150 di queste persone, in aggiunta ai propri ospiti.
L’associazione, che ha un contratto con il Comune di Milano, percepisce 29 euro al giorno per persona.
A mia precisa domanda su come vengono registrati gli ospiti, mi è stato risposto che nessun documento è richiesto loro dal centro accoglienza, ma tutto avviene tramite una semplice autodichiarazione.
Al che ho chiesto se una verifica dell’identità avvenisse in precedenza, ma la risposta è stata che neppure in stazione Centrale vengono chiesti i documenti.
Quindi se tutto ciò che ci è stato riferito corrisponde al vero, e non abbiamo motivo di dubitarne, il Comune di Milano offre assistenza, vitto e alloggio senza richiedere neppure un documento di identità?
Dove avviene, se avviene, una corretta identificazione e visita medica di migliaia di persone che provengono da un continente a forte rischio malattie?
La sensazione è che si dia assistenza a chiunque arrivi e, nel migliore dei casi quando si tratti di siriani o eritrei, il centro sia un gratuito Autogrill sull’autostrada dell’immigrazione “Mare Nostrum”.
A parte il costo economico, con questa prassi sono in grado lo Stato Italiano e il Comune di Milano, di garantire che questo tipo di iniziative non compromettano la sicurezza e la salute dei residenti?
Enrico Salerani – Capogruppo Lega Nord CdZ 8