di Carlo Radollovich
Da quando i navigli furono coperti tra il 1929 e il 1930, molti cittadini milanesi, vedendosi privati di una inconfondibile caratteristica del capoluogo lombardo, decisero di non rinunciare mai ad un loro grande desiderio: riaprirli quanto prima possibile.
Anche ai giorni nostri non mancano le nostalgie, la voglia di rituffarsi in un’atmosfera che ricorda Amsterdam e soprattutto il fermo proposito di impostare vari progetti concreti per ridare vita ad un sogno. Uno di questi progetti vedrà presto all’opera la Metropolitana milanese su incarico del Comune di Milano: si dovrebbe sfruttare il vecchio alveo nella cerchia interna dei Navigli approfittando dei lavori della Linea Blu M4, specificatamente nel tratto che congiunge la fermata “Sant’Ambrogio” con quella “Sforza/Policlinico”.
Per capirci meglio: la galleria della M4 correrà in tali aree ad una profondità di circa venticinque metri, mentre il vecchio alveo del Naviglio (da riscoprire) è posto a soli quattro metri al di sotto dell’attuale manto
stradale.
Si tratterà di accorpare al meglio le due “vie”, impegnando la mano d’opera su fronti diversi, ma inserendola in contemporanea. La linea Blu e il vecchio alveo procederebbero assieme a partire dalla fermata “Sant’Ambrogio” come si accennava, per proseguire sino a “De Amicis”, “Vetra”, “Santa Sofia”, e
“Sforza/Policlinico”.
Come far scorrere l’acqua nell’alveo? Si ipotizza di realizzare un collettore che in primo luogo faccia defluire le acque della Martesana nella Vettabbia (canale che raccoglie anche quelle del Seveso) e successivamente nella Darsena.
Tutte queste operazioni avrebbero lo scopo di far ritornare la città agli antichi “splendori” e di ridare vita ad un sistema di acque che a suo tempo venne interrotto all’altezza di via Melchiorre Gioia.
Ci verranno date informazioni su altri disegni riguardanti le nostre vie d’acqua? Forse sì. Ma è tuttavia stupendo cullarci in questa prima illusione per poi rivivere un passato che potrebbe ripresentarsi ai nostri occhi più vivo che mai.