di Carlo Radollovich
Il noto locale di via Ascanio Sforza, denominato “Scimmie”, ha purtroppo chiuso i battenti lo scorso mese di marzo dopo trentaquattro anni di attività musicale.
Le note di migliaia di concerti sono state così archiviate, a quanto pare per sempre, con vivo dispiacere espresso dalle migliaia di aficionados che in tutti questi anni hanno applaudito alcuni importanti elementi di spicco che qui si sono esibiti: ricordiamo tra gli altri Malika Ayane, Irene Grandi, Elio e le Storie Tese.
Purtroppo, le consistenti spese relative all’affitto del locale (ma anche quelle concernenti servizi vari) erano talmente cresciute che il ben noto direttore artistico, Sergio Israel, ha dovuto alzare bandiera bianca.
Peraltro, anche la sacrificata ubicazione del locale non ha consentito alle “Scimmie” di proseguire nel migliore dei modi la propria vita. Infatti, le troppo numerose isole pedonali hanno stretto e sacrificato il club oltre misura, contribuendo a “spingere” gli appassionati fuori zona.
Un vero peccato perché il locale poteva definirsi di alta ispirazione musicale, sempre pronto, con una speciale musica jazz tutta da ascoltare, ad accogliere chi desiderava trascorrere una serata ricca di particolari ritmi e di melodie sincopate.
Ma non è detta l’ultima parola in merito alla chiusura definitiva poiché in molti parlano di rifondazione delle “Scimmie”. Ci si augura di vederle trasferite lungo i Navigli, all’Isola o addirittura in piazza Gae Aulenti: si dovrebbero sostenere grossi sacrifici per affrontare affitti quasi proibitivi, ma alcuni giurano che si potrebbe tener conto di un numero di frequentatori sempre più in crescita.
Si tratta per ora soltanto di ipotesi, ma è certo che il locale dovrà cercare di “risvegliarsi” una seconda volta, andando alla ricerca di nuove esperienze musicali nell’ambito di vecchie tradizioni che qui sono riuscite a coinvolgere con entusiasmo milanesi giovani e non più giovani.