di Carlo Radollovich
Il 6 giugno 1865, ai margini dei giardini di Porta Venezia (oggi Montanelli), venne inaugurata una imponente statua dedicata a Camillo Benso conte di Cavour nell’anniversario della sua morte. Forgiata da Odoardo Tabacchi (1831 – 1905), milanese d’adozione, gestì nella nostra città uno studio tra il 1860 e il 1868, occupandosi principalmente di scultura monumentale.
Il monumento si presenta in modo davvero singolare: sul basamento, interamente di pregevole granito, si erge la ritta figura bronzea dello statista il quale reca in mano la documentazione relativa alla proclamazione dell’Unità d’Italia.
Sulla gradinata di base osserviamo una pregevolissima statua di donna nella quale taluni videro la rappresentazione ideale dell’Italia, altri della Vittoria, altri ancora della Gloria. La mano destra della donna, protesa verso il nome “Cavour”, sembra voler incidere il nome stesso ricorrendo ad un gesto di elevata delicatezza.
Una curiosità. La realizzazione di questa donna venne affidata in origine ad Antonio Tantardini (1829 – 1879), uno scultore assai noto a quell’epoca, autore di opere in cui si distinguono tra l’altro l’opulenza delle forme e una particolare morbidezza del tocco. Egli tuttavia, essendo particolarmente impegnato nel suo lavoro, cedette la realizzazione della statua ad un suo giovane collaboratore, Francesco Barzaghi (1839 – 1892), autore più avanti, tra l’altro, della statua equestre di Napoleone III, oggi al Parco Sempione, e del monumento ad Alessandro Manzoni in piazza San Fedele.
Un pettegolezzo. Alcune indiscrezioni riferiscono che l’artista fosse un collaudato dongiovanni ed egli volle che la statua riflettesse una donna di particolare bellezza. Decise il tutto celermente. Fece una ricerca tra le modelle di sua conoscenza e alla fine optò per una sua cara amica, una prosperosa polacca studentessa presso il Conservatorio di Milano, con la quale, pare, si fidanzasse non appena ultimata l’opera.