di Ugo Perugini
Elisabetta Viviani, chi non la conosce? Ha maturato una vastissima esperienza nel campo dello spettacolo nel corso di una lunga carriera piena di affermazioni. Attrice di teatro, di cinema e tivù, ballerina, conduttrice, cantante, show girl tra le più dotate e complete.
Eppure il grande pubblico collega sempre il suo nome all’interpretazione, tenera e un po’ spensierata, di una canzone per bambini, “Heidi”, sigla dell’omonimo cartone animato che ebbe nel 1978 un successo incredibile con la vendita di milioni di dischi. Pochi, invece, sanno che Elisabetta Viviani è anche una sensibile e delicata pittrice che merita di essere conosciuta. La Mostra si tiene all’Art Studio 38 di via Canonica 38, Milano, aperto fino al 31 gennaio prossimo.
Il suo soggetto preferito è Milano. E da come la dipinge si capisce che lei ama questa città e particolarmente il suo cuore, il centro. Sono proprio le strade della città più vissute, quelle dei negozi importanti, delle piazze e dei luoghi più animati – per fare qualche esempio, San Babila, Porta Venezia, piazza Cadorna – a essere colti nella loro quotidianità. Gente che passeggia, donne che fanno acquisti, biciclette, auto, moto. La normalità nella sua essenza più pura, immersa in una luce solare sempre vivida, che staglia i contorni, le figure, trasfigurandole quasi in un senso surreale. Insomma, emerge la Milano immaginata con il cuore, più che vista con gli occhi, caotica, convulsa, sporca, fumosa.
Eppure è una Milano che riconosciamo e che ci tocca nell’intimo. La città come dovrebbe essere nei sogni, forse, o come vorremmo che fosse o che ci immaginiamo quando stiamo lontano da lei per troppo tempo. Questo è un po’ il segreto dei lavori di Elisabetta, trascendere la realtà pur riproducendola. E attribuirle in questo modo significati profondi che non ci immaginavamo nemmeno. Ma lei non vuole barare a questo gioco. Per farci capire che la sua è una “Milano-altra”, dissemina, appena può, i suoi quadri di immagini fiabesche, draghi, rane, cerbiatti, fiori, simboli della sua fantasia, segnali di un percorso fantastico che è la chiave per un mondo parallelo che ci invita a visitare.
Qualche domanda alla pittrice.
Quando hai cominciato a dipingere?
Ho iniziato nel 1994 a occuparmi di pittura seguendo i corsi del maestro Luigi Regianini, surrealista. Trascorsi dieci anni, ho cominciato a esporre in collettive e, da qualche anno, propongo le mie opere anche in mostre personali in tutta Italia. Da due anni collaboro con Otmaro Maestrini che pubblica annualmente una agenda dei Poeti molto apprezzata.
Il tuo stile risente della scuola di Regianini?
Sì, io faccio pittura figurativa ma si sente la dimensione surreale del lavoro che devo indubbiamente al mio maestro.
Quanto tempo impieghi a realizzare una tua opera?
Dipende dal soggetto. Ci sono lavori che riesco a concludere rapidamente, altri che mi richiedono mesi di elaborazione.
Come realizzi i tuoi quadri?
Prima scatto delle foto. Me ne occorrono diverse prima di capire qual è quella giusta che mi permetterà di esprimere meglio la mia interpretazione pittorica. Qui ho scelto Milano ma mi piace dipingere anche i centri di altre città, come ad esempio New York.
Cosa provi dipingendo?
Sono alla ricerca di trasferire sulla tela le mie emozioni. Ricordo che nei primi anni questo non mi riusciva. Non ero mai soddisfatta di quello che realizzavo. Ora, finalmente mi sembra di avere trovato il giusto approccio e finalmente riesco a trasferire sulla tela quello che provo qua (e indica la sua testa) e qua (e indica il suo cuore)
E le opere di Elisabetta Viviani rispecchiano bene il suo carattere, solare, positivo, ottimista e questi sentimenti si trasmettono con immediatezza anche a chi le osserva. E anche Milano ci appare in una luce nuova, non più la metropoli che conosciamo, ma un delizioso luogo di favola.
(per una più ampia galleria di foto visitate il sito http://mdraghi.wix.com/mos3emu6)