di Carlo Radollovich
Sicuramente si registra una serie di quote d’affitto che sono ancora da incassare, ma gli elevati importi da riscuotere, decisamente over the top, riguardano le multe.
Addirittura, a quest’ultimo proposito, figurano ammende per circa nove milioni di euro che il Comune di Milano ritiene in pratica di non poter più esigere: cinque milioni circa di euro sono relativi a sanzioni annullate in autotutela, mentre quattro milioni circa riguardano ammende relative ad automobilisti residenti all’estero per i quali non è stato possibile procedere ad una loro identificazione.
La nostra rivista si era già parzialmente occupata di tale problema in un articolo del 24 gennaio scorso, quando si accennava che nella sola città di Como si registravano sei sanzioni su sette completamente ignorate, a carico di cittadini svizzeri.
Sembra che esista una direttiva europea in grado di facilitare l’identificazione di coloro che, oltre confine, snobbano bellamente gli importi dovuti. Varrebbe perciò la pena di intensificare gli sforzi già prodotti da Palazzo Marino per tentare una concreta via di recupero, anche se parziale, ricorrendo se del caso al pignoramento.
Ma il punto assai dolente riguarda anche le multe comminate prima del 2013, che purtroppo potrebbero cadere completamente nel vuoto: si tratta di oltre duecento milioni di euro.
Come mai le multe non pagate raggiungono la spaventosa percentuale del 40% ? Non sempre i tempi tecnici relativi alla loro consegna certificata risultano soddisfacenti, è vero, ma è per lo meno strano che, in piena era informatica, non si riesca laddove possibile a velocizzare certe operazioni che incidono pesantemente sul bilancio comunale.