lunedì, Dicembre 23, 2024
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MILANO: L’EPOCA STORICA DELLA “RESTAURAZIONE”

di Carlo Radollovich

Coperto dei FiginiDopo la sconfitta di Napoleone da parte del generale Wellington e del prussiano Wilhelm von Bϋlow, ecco lo svolgersi del Congresso di Vienna, decisivo per le sorti politiche europee, che intrattenne le varie potenze dal novembre 1814 sino a giugno 1815.

E Milano, ritornata sotto il dominio di Vienna, iniziava una nuova epoca, denominata “Restaurazione”, periodo che iniziava nel 1815 e terminava nel 1859, anno segnato dalla sconfitta austriaca sul territorio di Magenta.

E’ vero che in questo arco di tempo, quasi mezzo secolo, si susseguirono diversi moti insurrezionali (nel 1821, 1831, 1848 e 1853) con perdite di vite umane, ma è doveroso annotare che in numerose circostanze calma e tranquillità riuscivano a prevalere, se non addirittura a promuovere prosperità, grazie anche a costanti progressi tecnologici che si andavano sviluppando in Lombardia e non solo.

Infatti, crescevano le prime industrie: ad esempio le filande, mosse da macchinari a vapore, ma anche le tessiture cominciavano ad affermarsi su ampia scala.

Tendevano a svilupparsi pure le ferrovie (la Milano-Venezia era operativa dal 1857, mentre la Milano –Torino, definitivamente completata, entrò in funzione nel 1859) e vennero costruite diverse strade. A quest’ultimo proposito, ricordiamo la strada postale dello Stelvio, che impegnò duramente i lavoratori dal 1820 al 1825.

E a proposito di novità tecnologiche, ci piace ricordare l’arrivo a Milano (1831) del battello a vapore “Otello”, 10 cavalli di potenza sprigionata dal motore, lungo 25 metri, capace di trasportare sino a 50 persone. Sono pochi i testi che lo citano. Riuscì a risalire il Po sino a Pavia per poi imboccare il Naviglio Pavese. Successivamente navigò sul Naviglio Grande, raggiunse Abbiategrasso per poi giungere nella nostra città. Ovviamente, grande entusiasmo manifestato dai milanesi.

I nostri concittadini, nel 1820, salutarono con altrettanto entusiasmo la nuova illuminazione pubblica, rinata grazie alle lampade a olio Argand. La luce risultava decisamente più intensa e stabile rispetto alle vecchie lanterne a petrolio. Salto di qualità nel 1845, quando verrà inaugurata la quasi sfolgorante illuminazione a gas.

Anche nella moda si osservarono sensibili miglioramenti: scomparsi gli abiti sgargianti ricamati d’oro, le parrucche e le scarpe con fibbie d’argento, ecco nascere un abbigliamento più essenziale, più pratico.

Il pittoresco Coperto dei Figini (ove ora sorge, grosso modo, la galleria Vittorio Emanuele II) si animava sempre più grazie all’apertura di numerose botteghe, caffè, pasticcerie e bottiglierie (vedi foto).

La città, senza dimenticare la pesantezza del giogo straniero, quasi rifioriva. Probabilmente l’Unita d’Italia, quasi alle porte, già infondeva fiducia e spirito nuovo a tutti i milanesi.

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