di Carlo Radollovich
I rilevamenti risultano ovviamente ancora provvisori, ma si osserva, oltre ad un significativo esodo estivo dei nostri concittadini, anche una nutrita presenza di visitatori stranieri.
I dati vengono confermati dagli arrivi registrati in questo mese negli aeroporti milanesi: è praticamente stabile il numero di passeggeri giunti a Linate, ma, in compenso, un soddisfacente incremento si è verificato a Malpensa rispetto al 2015 (+4% circa).
Da dove sono arrivati i turisti? Da diversi Paesi europei, ma anche da altre nazioni: meno russi, però, in compenso, più cinesi e indiani, con notevoli punte di persone arabe. È stato preso di mira il nostro Duomo con circa diecimila paganti e anche i musei, seppure non consistentemente frequentati come in occasione di Expo, sono stati al centro dell’attenzione con un +20% circa rispetto al 2014.
Va poi menzionata l’ottimale affluenza (bene per bar e ristoranti) presso la Darsena, la Galleria (da poco completamente restaurata e spesso oggetto di vivi complimenti) e la modernissima piazza Gae Aulenti.
Un’unica nota stonata in questo quadro di vacanze: le periferie milanesi sono apparse ancora una volta “accantonate” sotto il profilo turistico. Al di là dei numerosi negozi chiusi, sono venuti a mancare quei tipici segnali (eventi vari, sagre, feste di quartiere e pure trasporti pubblici con orari un po’ troppo ridotti), che avrebbero favorito un valido afflusso di persone. Insomma, le presenze sono state deludenti e comunque non tali come si auspicava.
E così, molti milanesi e turisti si sono rivolti alle numerose attrazioni del centro cittadino, relegando in tal modo le periferie ad un ruolo quasi insignificante. Un vero peccato.