Sembrava di trascorrere una delle solite giornate estive, molto calde, e si lamentavano soprattutto maniscalchi e fornai per le elevate temperature. In ogni caso, i lavoratori milanesi, impegnati nei mestieri più disparati, affrontavano con calma le loro incombenze.
Tuttavia, nelle prime ore del pomeriggio, ci si accorse con sorpresa che il cielo si stava progressivamente oscurando, anche perché non vi erano minacciose nuvole che potessero preannunciare temporali o qualche tempesta. Rimase tuttavia la constatazione che, verso le quindici, il cielo assumeva diverse tonalità di colore vicine al nero.
Uno corpo nuvoloso, mai visto prima, disegnava in cielo una forma di freccia e poi di minaccioso cuneo, mentre la città, in breve colta dalle tenebre, sembrava oggetto di una improvvisa eclissi di sole. Ma gli astrologi, prontamente interpellati, esclusero subito questa ipotesi.
Negli strati bassi dell’aria si avvertiva un insistente ronzio e i cittadini furono presi dal panico. A volte, la “nube” tendeva a spostarsi rapidamente, in certi momenti si sfaldava, per poi puntare verso terra completamente ricomposta. Che cosa stava succedendo ? Finalmente qualcuno intuì che il fenomeno poteva essere attribuito ad una invasione di cavallette.
Un piccolo gruppo di persone, di ritorno da alcuni Paesi africani, confermò questo stato di cose. Purtroppo, nel giro di qualche giorno, ci si avvide che questi insetti avevano totalmente distrutto (e divorato) ogni tipo di raccolto nei villaggi che facevano parte della periferia milanese.
E dopo la peste abbattutasi sulla città nel giugno di tre anni prima (1361), si presentava, nel timore di tutti, un nuovo periodo di carestia. Infatti, molti contadini si ammalarono perché denutriti. Il bestiame, in parte non curato, faceva registrare importanti decessi.
Anche se il grosso guaio era ormai compiuto, le cavallette si dileguarono nel successivo mese di settembre dopo aver causato un’autentica strage non soltanto tra i raccolti.