di Donatella Swift
Una proposta proveniente dal primo cittadino di Firenze, Nardella, e dall’assessore all’educazione dello stesso comune fiorentino Giachi, mira a fare dell’educazione civica una materia a sé stante, riconducibile all’area storico – giuridica delle materie di studio, che andrebbe a costituire una disciplina vera e propria in più. In pratica si tratterebbe di rimodulare l’orario scolastico, senza pertanto aggiungere ore, tra storia, diritto, economia e filosofia. La questione è stata già affrontata in più occasioni dall’attuale ministro della Pubblica Istruzione Bussetti, il quale si è espresso in maniera inequivocabilmente negativa per quanto attiene l’aspetto meramente organizzativo, in quanto – a suo modo di vedere – se c’è una materia che risulta trasversale ed interdisciplinare questa riguarda proprio l’educazione civica, nel senso che ogni materia – dall’italiano alla matematica alla chimica e via via tutte le altre – possono concorrere a fare in modo di poter aiutare i ragazzi a sviluppare il proprio senso civico, senza per questo creare una sorta di disciplina ex novo, come su proposta dei suddetti, con voto autonomo in pagella.
Il problema dell’educazione civica è in realtà un “falso problema” perché già nelle linee guida del Ministero esistono, proprio nell’ambito tra l’altro dell’insegnamento della storia al biennio, possibilità di approfondire tematiche inerenti il vivere comune che ogni cittadino dovrebbe iniziare a saper distinguere fin dai primi anni delle scuole superiori. È anche vero che mai come negli ultimi anni si sente la necessità di ritornare ad insegnare ai ragazzi determinate buone regole, visti i continui e sempre più preoccupanti episodi di intolleranza nei confronti di compagni e degli stessi insegnanti, quali si sono succeduti nelle cronache italiane negli ultimi tempi.