venerdì, Novembre 22, 2024
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MARIA GAETANA AGNESI

di Carlo Radollovich

Quando il Pio Albergo Trivulzio (chiamato anche “Baggina” perché eretto sulla strada per Baggio) divenne operativo nel 1771 per accogliere numerosi anziani indigenti, la prima direttrice incaricata a svolgere delicate mansioni in questo istituto fu Maria Gaetana Agnesi.

Persona squisita, nata nella nostra città nel maggio del 1718, coltissima, di intelligenza straordinaria, fu pure assai caritatevole. Esternò questa sua nobile qualità a favore dei poveri promuovendo in continuazione la raccolta di offerte da destinare alle persone più bisognose.

Il suo amore verso il prossimo si manifestò sin da piccolissima, quando metteva da parte qualche soldo donatole dal padre (imprenditore assai facoltoso, attivo nel settore della seta) per consentire ad uno storpio, sempre presente in fondo alla via in qualsiasi stagione, di potersi nutrire con una certa regolarità.

La sua fede in Dio era altrettanto grande: istruiva con passione i propri fratellini sulle sacre verità religiose, nozioni che aveva appreso direttamente da testi antichi.

Maria Gaetana studiava contemporaneamente con assiduità, attratta non solo dalle lingue straniere ( da adulta parlava correntemente  italiano, tedesco, spagnolo e persino l’ebraico), ma anche dalla matematica. Più avanti si dedicò agli studi filosofici.

E per quanto riguarda la filosofia, approfittando dell’occasione offertagli dal salotto culturale organizzato da tempo in casa Agnesi, presentò non ancora ventenne le sue “Propositiones Philosophicae”, una raccolta di ponderate considerazioni (logica, cosmologia, ontologia, ecc.) ascoltate con molto interesse dagli intellettuali presenti.

La sua mente era attratta altresì dalla matematica, come si accennava, e nel 1748 pubblicò le “Istituzioni analitiche”, in due volumi, il primo relativo all’analisi delle quantità finite e il secondo concernente l’analisi infinitesimale. Il tutto venne dedicato all’imperatrice Maria Teresa e i ringraziamenti da Vienna non tardarono a giungere, unitamente a preziosi regali in monili che Maria Gaetana tramutò subito in soldini per i poveri di cui già si occupava.

Scriveva Pietro Verri : “Nessuna donna in Europa può essere confrontata con Maria Gaetana Agnesi nella scienza dell’algebra”. E anche l’Accademia di Francia la considerò degna di “alta estimazione” e non la incluse tra i soci solo perché l’appartenenza al sesso femminile glielo impediva.

Benedetto XIV le spedì un prezioso rosario nominandola lettrice onoraria di matematica presso l’ateneo di Bologna. Accettò solo per poco tempo, rifiutando in seguito l’incarico nel nome di quella carità che non si stancò mai di abbracciare a favore dei poveri e dei derelitti.

Insomma, una sorta di nobile missione alla quale avrebbe voluto meglio dedicarsi facendosi suora sin da giovane, ma rinunciò alla vocazione per assistere da vicino il proprio padre.

Ormai anziana e ammalata, si spense a Milano nel gennaio del 1799 con lo sguardo rivolto al Crocefisso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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