La futura astrologa, di cognome Nesti, nasce a Vienna nel 1921 da madre austriaca e da padre toscano. Ancora prima di frequentare il liceo, intuisce di essere sensitiva, tanto che, durante il secondo conflitto mondiale, avverte dolorose cefalee che precedono sempre bombardamenti e attacchi aerei che si sviluppano sul capoluogo austriaco.
Avverte subito amici e compagne di classe per poi recarsi nel più vicino rifugio antiaereo. La ragazza, molto spesso elegante, si presenta assai bene, con bellissimi occhi color verde acqua, voce pacata e uno sguardo penetrante, quasi misterioso, che rivela una forte personalità.
Ma come avviene il suo primo incontro con l’astrologia ? Davanti alla vetrina di una libreria, ove il fattore astrale di alcune dive dell’epoca la spinge ad acquistare il libro esposto. Ne comprerà altri più avanti, studiando contemporaneamente approfonditi temi psicologici.
Rientra in Italia e sposa l’industriale Guido Alberti, creatore e produttore del noto liquore Strega nonché promotore del relativo premio letterario. Ciò le consente di venire a contatto con personaggi illustri, tra cui Goffredo Parise, Alberto Moravia, Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini.
La sua carriera pubblica di astrologa inizia negli anni Sessanta scrivendo sul quotidiano Paese Sera e qui cura la rubrica ”Lettere alla strega” che resterà in vita sino al 1972. Sarà poi la volta dei giornali femminili e cioè Novella, Annabella, Grazia ove molti fan si congratulano con lei per i suoi modi seri e garbati nel comunicare.
Lucia Alberti raggiunge l’apice della popolarità con il successo del suo libro ”Calendario astrologico”. E ne pubblica altri, tutti best seller, come ”Astrologia e vita quotidiana”, “Amore e zodiaco”, ”Sesso e astrologia”.
Riferiamo con l’occasione che tutti i suoi consulti non vengono mai retribuiti e resta con piacere a disposizione di molti suoi amici. Si narra infatti che l’attrice Anouk Aimee la chiami frequentemente dagli Stati Uniti per ottenere un oroscopo. Lucia si mette al lavoro e le farà pervenire quanto richiesto respingendo tassativamente qualsiasi tipo di compenso.
Da segnalare che, in un’intervista rilasciata al Giornale di Montanelli (1979), si rammarichi per il contenuto delle lettere che le ragazze le scrivono, spesso annoiate per la vita sciatta che conducono e per le loro non esaltanti storie d’amore. Lucia Alberti prende nota dei loro sfoghi, ma non può fare a meno di paragonare i loro stati d’animo con quelli che lei stessa viveva negli anni giovanili, così briosi e soprattutto ricchi di ingenuità.
Mentre sogna di scrivere un romanzo che possa riflettere le emozioni di tutta la sua esistenza, si spegne a soli settantaquattro anni nella sua casa romana.