di Donatella Swift
In quest’epoca in cui stiamo assistendo inermi allo stillicidio di notizie di atti di bullismo ai danni degli insegnanti in molte scuole italiane, ecco che finalmente da Lucca arriva un ottimo esempio. Il Preside di un istituto superiore ha deciso di denunciare alcuni studenti del suo plesso che si sono resi protagonisti dell’ennesimo episodio di violenza verbale nei confronti di un insegnante. Il tutto è stato ovviamente ripreso dai solerti compagni di classe del bulletto di turno, che invece di intervenire per difendere il malcapitato professore “ reo” di aver messo un’insufficienza al povero pargolo di turno, hanno pensato bene di immortalare l’evento che in poche ore è diventato virale sui social. Ma il Preside della scuola in questione, un istituto tecnico di Lucca, ha dichiarato: “Quei ragazzi, spiace dirlo, non capiscono altro linguaggio che quello della repressione”.
Cesare Lazzari, dirigente scolastico dell’ITC Carrara di Lucca ha anche aggiunto: “È stato vedere quelle immagini diffuse senza tra l’altro che i volti venissero oscurati a convincermi che la scuola non poteva solo stare a guardare e prendere provvedimenti interni: a quel punto mi è sembrato che la denuncia fosse un atto dovuto. Sono andato alla Polizia, come credo e anzi auspico farà anche il professore con il quale dovrò capire ancora alcune cose su come si sono svolti i fatti”.
E ancora “Il buon nome della scuola è stato offeso: − aggiunge il Preside − noi tutti, i ragazzi, i professori siamo stati offesi”. Accompagnando le parole ai fatti: Lazzari si era infatti tempestivamente recato a sporgere formale denuncia, ma solo dopo aver appreso la notizia da YouTube. Ed è proprio questo l’aspetto che deve far riflettere: come anche in altri episodi di bullismo ai loro danni, anche altri docenti non avevano immediatamente stigmatizzato l’accaduto, ritardando le successive operazioni di sospensione. Ricordiamo a tale proposito che i genitori dei ragazzi, minorenni in questo caso, sono passibili di denuncia a norma dell’articolo 2048 del Codice Civile per “culpa in educando”, ovvero per non aver saputo educare i figli, ma anche i dirigenti che non sporgono formale denuncia sono perseguibili per omessa denuncia, nel caso non inoltrino la relazione dei fatti alle autorità di Polizia. La questione relativa al perdono afferisce alla sfera personale, pertanto alla coscienza di ognuno, ma non ha niente a che vedere con la mancanza di rispetto nei confronti di un pubblico ufficiale, quale è appunto un docente nello svolgimento delle sue mansioni, e che pertanto ha l’obbligo di presentare a sua volta una relazione di quanto avvenuto in classe. L’eccessivo buonismo non porta e non porterà mai da nessuna parte.