di Carlo Radollovich
Parlare con la gente di Cesare Bagnoli, a Giussano o a Seregno, è come intavolare amichevoli discussioni sulle imprese di Gino Bartali nella sua Bagno a Ripoli, in Toscana.
Tutti i brianzoli ricordano vivamente questo peso welter (successivamente mediomassimo) e non smettono di tessere le sue lodi di combattente nato, innamorato del pugilato e di tutto il mondo che ruota attorno a questo sport.
Nasce a Giussano nel 1930 e, sin da ragazzo, la sua prestante taglia atletica fa prevedere per lui un futuro sportivo degno di nota. La sua vera passione viene ben presto rappresentata dalla box e si iscrive a soli sedici anni all’Accademia Pugilistica Seregnese. Ma la sua vita si preannuncia dura: vive infatti in una famiglia numerosa (quattro fratelli), con la mamma rimasta sola e con la scorta di quattrini che si assottiglia sempre più. Trova fortunatamente lavoro presso un mattatoio e, terminata la sua faticosa giornata tra quarti di vitello appesi ai ganci, corre in palestra ad allenarsi.
Dopo aver appreso la dura legge della vita, ecco farsi le ossa sul ring tentando di imbastire una carriera che egli sente alla sua portata.
Disputa ottanta incontri da dilettante, in buona parte vinti prima del limite, ma l’attenzione di tutti i suoi tifosi brianzoli è rivolta sul suo primo match da professionista, niente meno che a Milano e a soli ventitre anni, nel marzo del 1954, contro Giovanni Giorgis, un avversario assai ostico che, sin dall’inizio, respinge con decisione gli attacchi di Cesare. Ma il campione di Giussano, con una tattica particolare, soprattutto assai accorta, riesce a contenere brillantemente gli assalti del rivale, piazzando anche destri molto vigorosi ed efficaci. Con il trascorrere delle riprese, Cesare evidenzia la sua superiorità e alla fine risulterà vincitore ai punti, osannato dal pubblico.
Da professionista disputa trentuno incontri e ne vince diciotto, sette prima del limite, e il suo ultimo match lo combatte nel maggio del 1959, dopo aver conseguito un insoddisfacente pareggio, a Ginevra, contro lo svizzero Franz Anton. Capisce che è giunto il momento di appendere i guantoni al proverbiale chiodo e decide di diventare allenatore. Saprà costruire con successo la carriera di Lorenzo Zanon, diventato campione europeo nel 1979.
Nel 2005, tutta la vita di Cesare Bagnoli, spentosi nel 2015, è stata ripercorsa dal figlio Corrado nel suo libro “Fuori i secondi”, frase che si rifà all’ordine impartito dall’arbitro agli assistenti dei pugili affinché si allontanino dal quadrato. Una storia che narra tra l’altro tutti i sacrifici sostenuti da Cesare, sacrifici che rappresentano veri simboli di un duro periodo: il dopoguerra.
Non solo. la storia del campione brianzolo sta anche per diventare spettacolo teatrale. La prima andrà in scena domani a Barlassina per poi approdare a Seregno e successivamente pure a Milano.