lunedì, Dicembre 23, 2024
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Le vicende di Arnaldo e Annamaria

Nella piccola località di Boldinasco, alle porte di Milano, vivevano Annamaria e suo marito Arnaldo, un onesto lavoratore dei campi, il quale, dopo anni di fatiche e di sacrifici, era riuscito a mettere da parte una discreta somma di denaro che sarebbe servita per acquistare un terreno molto fertile.

Dopo un’intensa giornata di lavoro, decisamente calda, sotto il cocente sole di fine giugno, Arnaldo sta per rientrare a casa e, come di consueto, lancia un sonoro fischio alla moglie per farle intendere che sta per arrivare. Stranamente, Annamaria non risponde.

Varca la soglia di casa, la cerca, e gli bastano pochi istanti per vederla distesa sul pavimento, seminuda, in un lago di sangue, con ferite da diverse coltellate al petto. La donna è ancora in vita, ma prossima alla fine, e, con un ultimo filo di voce, riesce a dire il nome dell’assassino.

Si tratta di Tobia, di professione armaiolo, alle dipendenze di un tiranno locale, di nome Matteo. Il povero Arnaldo, disperato e fuori di se’, trova la forza di recarsi subito dal sindaco del paese per denunciare il tremendo fatto. Le autorità locali vanno immediatamente alla ricerca dell’assassino. Riescono a scovarlo e lo arrestano.

L’uomo, inizialmente, nega qualsiasi addebito, ma, messo alle strette dopo un interrogatorio di diverse ore, ammette di avere ucciso Annamaria. E nel corso dell’interrogatorio stesso, Tobia rivela altre incredibili notizie. Infatti, ammette di aver rapinato altre due donne e di averle poi freddate con il consenso del tiranno Matteo.

Dopo un processo di breve durata, poiché il teste si era dichiarato colpevole, Tobia viene condannato all’impiccagione. Contemporaneamente si tenta di ricercare Matteo, ma questi aveva già messo in atto il suo piano di fuga, risultando perciò irreperibile. Si verrà a sapere molto più avanti di essere annegato nel fiume Olona.

Dopo la morte di Tobia, la gente del luogo narra che, nell’appartamento in cui viveva, si odono di continuo strani rumori notturni. Dicono che la sua anima dannata sia sempre preda del demonio, un’anima che geme e urla alla ricerca di quella pace che non troverà mai.

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