di Carlo Radollovich
Il forte desiderio per le “bionde”, come a volte si definiscono scherzosamente le sigarette, sembra riacutizzarsi nelle nostre scuole, malgrado i ben noti danni alla salute che ogni genitore non manca di sottolineare.
Le statistiche dicono che un quindicenne su tre ha più volte fumato e ciò fa chiaramente supporre che la guerra contro il tabacco è ancora lontana dall’essere vinta.
Sono trascorsi più di dieci anni da quando la legge anti-fumo è stata varata e per la verità alcuni risultati positivi sono stati conseguiti (merito del divieto delle sigarette nei cinema, ristoranti e locali pubblici in generale), ma ancora resta molto da fare, specialmente tra i giovani.
Nelle nostre scuole vi sono cartelli che segnalano ovunque di fumare (corridoi, locali-ripostiglio, cortiletti vari ovviamente compresi) e le campagne serrate contro le sigarette non mancano. Ma un locale, ossia il bagno, rappresenta un luogo ove le “scappatoie” sono difficilmente controllabili.
Un certo monitoraggio di questa area dovrebbe comunque essere effettuato.
Tempo fa, in un liceo della nostra città, esisteva uno speciale registro grazie al quale si controllavano certi anomali andirivieni verso le toilette. Ma è probabile che questo rigido regolamento sia stato nel frattempo abbandonato.
I professori, dal canto loro, dovrebbero dare il buon esempio evitando di uscire dalle scuole per accendersi una sigaretta. Infatti, esistono sempre occhi indiscreti che riferiscono di queste riprovevoli “fughe” all’esterno, con la scusa di effettuare una consumazione presso il bar dietro l’angolo.
Riteniamo in ogni caso che una repressione esageratamente dura nei confronti degli studenti potrebbe rivelarsi non fruttuosa. Si potrebbe, ad esempio, abbinare alle segnalazioni di divieto del fumo immagini significative dei danni che i polmoni subiscono, specialmente tra i giovani. Insomma, anziché sanzioni
troppo severe, sarebbe molto più utile educare gli studenti con spiegazioni magari non troppo scientifiche, però assolutamente efficaci, con il preciso intento di volerli saggiamente dissuadere.