di Carlo Radollovich
Leggermente in ritardo rispetto al consueto, ecco arrivare le prime rondini in città, accompagnate da quei magnifici rondoni che sembrano abbellire ulteriormente la nostra Milano, volteggiando in cielo con molta eleganza.
Nell’agosto del 2014 si era parlato della nidificazione dei rondoni pallidi tra le numerose fessure esistenti nella parte alta della Stazione Centrale. Questi migratori piuttosto rari, parenti dei rondoni comuni, dal curioso piumaggio color caffellatte, meriterebbero una particolare protezione esercitata dai competenti enti, così come avviene in diversi Paesi europei. Un primo passo avanti è stato comunque effettuato riaprendo numerose “buche pontaie” sul campanile della basilica Santa Maria presso San Satiro, buche che erano state chiuse con reti per non favorire la presenza dei piccioni, ma che rappresentavano una vera e propria trappola per i rondoni.
In attesa che ulteriori misure speciali possano scattare a favore dei rondoni, essi sono stati salutati con piacere in questi giorni dai milanesi, soprattutto pensando che essi sono reduci da un viaggio lungo migliaia di chilometri. Troveranno i loro vecchi nidi e ci terranno compagnia sino alla fine dell’estate.
Ma quali sono le “strutture” che potranno ospitare le nuove coppie che stanno per formarsi? Grazie ai nostri numerosi edifici, in città non manchiamo di tetti con copertura a coppi, di torri (vedi Castello Sforzesco) presso le quali esistono spazi quasi infiniti, di piccole aperture presenti nei palazzi storici, di minuscoli anfratti che troviamo nei campanili antichi e non solo, di cassonetti delle tapparelle, eccetera.
Rimane un certo cruccio relativo all’alimentazione di questi volatili, considerato che gli insetti di cui si cibano si sono ridotti di numero a seguito di una campagna pesticida sempre più agguerrita. Tuttavia, a giudicare dalle loro presenze sul nostro territorio (seppure inferiori rispetto al passato), forse non dovremmo preoccuparci oltre misura.