di Carlo Radollovich
Se è vero che alcune città europee potrebbero essere in grado di superare Milano sotto il profilo della modernità e di certi aspetti organizzativi, è altrettanto vero che la nostra città è sempre all’avanguardia per quell’eterno dinamismo che la fa incredibilmente ringiovanire man mano che il tempo trascorre.
Per quanto riguarda i commerci, l’attività industriale, l’eleganza delle costruzioni più nuove, essa sa esprimersi in modo sempre più ricco e competente. E gli architetti che progettarono la vecchia via Dante, il Cordusio o il Foro Buonaparte, a cui sembrava di ipotecare i prossimi secoli con le loro costruzioni che emergevano per un’audacia edilizia quasi impossibile, oggi si renderebbero conto che queste pur sempre meravigliose opere, se paragonate agli edifici di piazza Gae Aulenti, agli imponenti grattacieli di Porta Nuova o alle supercase di City Life, verrebbero già inquadrate come “vecchia Milano”.
La città prosegue la sua storia sempre proiettata verso il futuro: essa non si arresta in sterili contemplazioni di quanto ha già prodotto. Certo, non possiede fiumi importanti, è priva di colline naturali, con limitati sorrisi di verde; sembrerebbe a prima vista monotona, ma il suo cuore continua a pulsare da secoli con un ritmo perfetto.
Forse corre con troppa troppa fretta e con un tantino di precipitosità ? Potremmo cominciare con il nostro Duomo, da tutti definito una meraviglia. Lo si volle tuttavia terminare con ritmi un po’ troppo accelerati, tanto che la sua facciata viene definita … completamente fuori stile.
E anche i progetti relativi all’area dell’ex Fiera di Milano hanno subito varianti forse un po’ troppo affrettate (vedi modifiche delle aree destinate a verde pubblico, del Palazzo delle Scintille, delle piste ciclabili), forse nel tentativo di offrire impianti sempre più moderni.
Persino la nostra cucina viene spesso definita sbrigativa, ristoranti esclusi. Si servono in famiglia piatti di rapido confezionamento anche se gustosi, niente ravioli super laboriosi, niente intingoli complessi o pietanze particolarmente elaborate.
E che dire del rinato aspetto turistico di Milano ? Se si pensa che il celebre scrittore e filosofo Michel de Montaigne vi soggiornò soltanto un giorno e che Goethe vi giunse dal Sud più indaffarato che mai (un breve mordi e fuggi nella primavera del 1788) con ancora negli occhi le abbacinanti bellezze di Roma, ecco che l’Expo 2015 ha fatto conoscere tutti i valori dell’ambrosianità a numerosi turisti. Infatti, gli interessati viaggiatori si sono riproposti di ritornare da noi quanto prima per visitare le nostre chiese più famose, le gallerie, i preziosi musei.
Insomma, la Milano di oggi si sta valorizzando sempre più, vera apportatrice di forti energie, di operatività, di creatività, di fantasie spesso tradotte in realtà, nell’ambito di un quadro dai colori che sembrano virare verso tonalità sempre più chiare. Auguriamoci sinceramente che la crisi, da cui sembra di esserne finalmente fuori, possa presto risultare solo un vecchio anche se doloroso ricordo.