Alcune foci dei torrenti che si immettono nel Lario (citiamo tra gli altri l’Albano, il Meria, l’Inganna, l’Esino) risultano assai inquinate. A dircelo sono i prelievi effettuati da Legambiente, i cui volontari si sono prodigati sul lago a bordo di una particolare e speciale imbarcazione, rilievi che mettono purtroppo in evidenza colibatteri al di sopra dei limiti consentiti.
Confidiamo che questi monitoraggi possano assiduamente continuare nel tempo al fine di tenere sotto controllo una situazione che si presenta decisamente preoccupante. E’ vero che la stagione è meteorologicamente anomala, ma deve essere considerata, e soprattutto valutata in modo ottimale, l’attuale rete fognaria, con l’inserimento di un maggior numero di depuratori.
Certamente, altri tipi d’inquinamento mettono sotto pressione il Lario, come l’eccesso di cementificazione, l’accresciuta onda dei turisti e persino la navigazione lacustre, ma ognuno di noi si augura che le ridenti località del nostro lago possano riconquistare entro breve quella “purezza” delle acque che costituiva senza dubbio un particolare vanto degli anni passati.
Ad esempio, potremmo ripartire dalla falsariga offertaci da Argegno e da Cernobbio, i cui lidi sono stati ampiamente promossi da Legambiente, curando tutte quelle particolarità riguardanti non soltanto le fognature, ma anche effettuando un severo controllo sugli scarichi abusivi che smaltiscono nel lago impurità d’ogni genere.