lunedì, Dicembre 23, 2024
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L’AGENZIA DEL FARMACO

di Carlo Radollovich

Quando l’Ema venne assegnata ad Amsterdam con un semplice, discutibilissimo sorteggio, si sollevò un mare di proteste, non solo da parte milanese, ma da tutta Italia. Era il 20 novembre 2017. Sembrava fuori da ogni logica affidare un incarico tanto importante e delicato ricorrendo in pratica ai bussolotti, oppure, se si vuole, al lancio della classica monetina, non più in uso nemmeno a livello calcistico.

Ora, è stato presentato un ricorso da parte dell’Avvocatura dello Stato alla Corte di giustizia europea, compiendo un preciso passo, da considerarsi ufficiale sotto ogni aspetto.

Le possibilità che tale ricorso venga accolto sono poche, ma è indubbio constatare che, quando l’Ema dovrà senz’altro lasciare Londra in data 30 marzo 2019 per effetto della Brexit, l’edificio olandese per ospitare i novecento tecnici dell’Agenzia non sarà ancora pronto.

La replica di Amsterdam non si è fatta attendere. Premesso che la decisione europea in merito alla vicenda Ema è da considerarsi equa e giusta – così si sottolinea – è altrettanto vero che l’Olanda opererà nel modo più razionale possibile per consentire un celere trasloco da Londra dell’Ema stessa.

Ma, nel frattempo, si è saputo di “dati incompleti” forniti dall’Olanda, cosa che ha fatto accendere qualche speranza nel cuore dei milanesi, molti dei quali dichiarano che è giusto garantire ai cittadini europei un funzionamento irreprensibile dell’Agenzia. Qualora, come si sostiene da più parti, le irregolarità fossero considerate più che lampanti, si potrebbe eventualmente affidare l’intricata vicenda a un summit dei capi di Stato. Si vedrà.

Per il momento ci limitiamo a registrare la voce grossa del sindaco Sala e del presidente Maroni, il quale, ieri sera, ha fatto accendere sulla facciata del palazzo Pirelli la gigantesca scritta “Ema a Milano ” lanciando inoltre un messaggio relativo alla pronta disponibilità del Pirellone nell’accogliere i tecnici dell’Agenzia.

Uno scoglio per noi: la lenta burocrazia di Bruxelles che, nei casi importanti procede sempre, forse esageratamente, con piedi di piombo.

 

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