Alla periferia di Milano, nel Borgo degli Ortolani, viveva una ragazza diciottenne, molto graziosa, in compagnia della mamma. Il padre, in cerca di lavoro da tempo, l’aveva finalmente trovato a Venezia e, da là, faceva pervenire alla famiglia buona parte del proprio salario. Correva l’anno 1795.
Le due donne sapevano che in autunno, in un luogo non molto lontano, a Villasanta (in Brianza), si sarebbe tenuta una fiera particolare, non solo relativa ad articoli confezionati in loco dalle contadine, ma anche a deliziosi dolci molto noti ed a castagne vendute a mo’ di collane.
Giovanna saltava gioiosa tra una bancarella e l’altra in compagnia della madre, ma anche un bel giovanotto assaggiava torte e pasticcini essendo molto goloso. D’un tratto scorse una bella ragazza (Giovanna) e ne rimase subito incantato. Ma la sua timidezza gli impedì di rivolgerle la parola.
La fortuna lo assistette quando un cane da guardia, lasciato libero non si sa come, stava per avventarsi contro le due donne. Jacopo non stette a guardare: fece roteare il bastone che aveva con se’ davanti all’animale e riuscì ad allontanarlo. Giovanna e la mamma espressero al baldo e coraggioso giovane tutti i più sinceri ringraziamenti.
Anche la ragazza avverti’ subito grande simpatia per Jacopo, tanto che riuscì a dirgli che la domenica si sarebbe recata a pregare presso la chiesa della Santissima Trinità nel Borgo degli Ortolani a Milano. Il giovane avverti’ in cuore una grande gioia. Colse la palla al balzo e subito si accordarono su una certa ora per assistere assieme alla messa.
Trascorsi un paio di mesi, i due si sentivano già innamorati malgrado le loro innocenti conversazioni si svolgessero sul sagrato della chiesa. Per farla breve, Jacopo chiese alla mamma la mano di Giovanna, e questa acconsenti’ quasi con entusiasmo.
Ma il padre di Jacopo fu di tutt’altro parere e gli parlò senza mezzi termini: “Ho compiuto grossi sacrifici per farti studiare e per garantirti una certa posizione nella vita e ora mi dici che vuoi sposare una semplice contadina. Ti ordino di partire per Bologna presso i nostri parenti che ben conosci. Cerca di dimenticarla e non ritornare a casa se ciò non si avvererà.”
Jacopo scoppiò in lacrime e decise di non toccar più cibo. Scrisse una lettera che inviò a Giovanna e la prego’ di venirlo a trovare sentendo vicina la propria fine. La madre si commosse e decise di accompagnare la figlia dopo aver letto che il padre di Jacopo si trovava fuori Villasanta per affari.
Pioveva a dirotto e un forte temporale si stava avvicinando. Ma Giovanna non volle ritardare la partenza. Ed ecco la tragedia. Un fulmine si abbatté sul carro e Giovanna perse subito la vita. La ferale notizia raggiunse Jacopo il giorno seguente. Voleva togliersi la vita, ma la sua grande fede in Dio lo sorresse. Decise perciò di partire, non appena rimessosi, per un luogo isolato verso l’alta Brianza, ritirandosi in preghiera.
Passarono diversi giorni e il padre si decise di andare alla ricerca del figlio. Riuscì a rintracciarlo in un bosco, ma era purtroppo morto, sbranato da certi lupi che avevano invaso la zona. In tasca sua fu trovato il seguente biglietto: “Sento che presto lascerò questa terra, ma già vivo la grande emozione di poter ritrovare in cielo la mia Giovanna”.