Complice anche la crisi, la medicina estetica, oltre a essere meno invasiva, è più alla portata di tutti. L’ultimo rapporto sulla ripartizione dei trattamenti estetici nel mondo, realizzata dalla ASAPS (American Society of Aesthetic Plastic Surgery), dice che – secondo le statistiche – se nel 1997 il rapporto era 55 a 45 in favore del bisturi, nel 2012 la situazione non si è soltanto ribaltata, ma l’ago della bilancia si è spostato nella direzione diametralmente opposta con un 83,29% di trattamenti di medicina estetica al fronte di un 16,72% di chirurgia estetica.
Quali sono i trattamenti di medicina estetica più diffusi nel nostro Paese, per mostrarsi più attraenti e rallentare il tempo che passa?
Lo abbiamo chiesto al dottor Mario Goisis, direttore Scientifico di Doctor’s Equipe, un team di professionisti in questo settore, il quale non ha dubbi e afferma:
I trattamenti con filler di acido ialuronico sono i più richiesti insieme ai trattamenti con tossina botulinica. Oggi, la medicina estetica è sempre più sicura e naturale, una forma d’arte che parte dallo studio del volto e il lifting non chirurgico restituisce i volumi perduti e non altera la fisionomia del viso.
Dottor Goisis, ci parli dei trattamenti con filler particolarmente in auge in questo momento.
Le infiltrazioni di filler (le cosiddette “punturine”) sono, tra i trattamenti di medicina estetica, i più efficaci e i più soft. Come dicono i numeri, piacciono molto alle pazienti e sono sempre più richiesti. L’effetto è quello non solo di riempire, ma anche di ripristinare i volumi mancanti.
In quali casi è consigliato il trattamento con filler? Come si interviene e cosa succede dopo l’infiltrazione?
Il trattamento è consigliato per le rughe di troppo, per “riempire” i solchi tracciati dal tempo tra naso e bocca e per aumentare il volume delle labbra e degli zigomi. Si interviene attraverso semplici iniezioni. Il filler non richiede anestesia; nella zona trattata non appaiono lividi o gonfiori e subito dopo l’infiltrazione la paziente può riprendere le sue normali attività, senza visite di controllo.
Parlando invece di tossina botulinica, in quali zone del viso questo trattamento dà i risultati migliori?
Senza dubbio sulle odiate “zampe di gallina”. L’effetto però è limitato nel tempo e richiede, per un risultato ottimale, delle sedute di “richiamo” a distanza di sei – otto mesi.
Può esprimere, Dottore, il suo parere sulla biorivitalizzazione del viso? Perché viene sempre più richiesto?
Anche questo è un trattamento “soft”. Le pazienti hanno capito che la biorivitalizzazione aiuta a mantenere la pelle del viso in un ottimo stato di salute. Il tutto avviene attraverso l’apporto di acido ialuronico e pool vitaminici finalizzati a equilibrare l’insieme di queste sostanze naturalmente presenti nella cute e nel derma che a causa dell’invecchiamento, dell’esposizione solare o per altre problematiche si diradano, alterando sia la struttura che l’aspetto esteriore.
Qual è il segreto della biorivitalizzazione?
Parliamo di un trattamento che è anche preventivo: un valore aggiunto. Attraverso l’apporto di sostanze naturali, la biorivitalizzazione è in grado di stimolare la produzione di collagene ed elastina e a migliorare la vascolarizzazione locale.
Può parlarci della tecnica di questo trattamento e come agisce?
Si tratta piccole iniezioni effettuate con aghi molto sottili a livello del derma, in punti specifici del viso, del collo, del décolleté e delle mani. La biorivitalizzazione ha l’effetto di ristabilire un’idratazione profonda richiamando acqua e stimolando una nuova produzione di acido ialuronico. È una metodica di rapida esecuzione e che non lascia tracce. Grazie a un piano di trattamento mirato si possono osservare in tempi brevi dei progressivi miglioramenti dell’aspetto cutaneo.
Infine Dottor Goisis, due parole sui trattamenti laser?
Il più richiesto è quello che permette una epilazione definitiva. L’altro, molto utile dopo l’estate, è indicato per la rimozione controllata di macchie e discromie che spesso rappresentano un motivo di disagio e imbarazzo per i pazienti.
Stefania Bortolotti