Riteniamo che questa cascina, situata alla periferia della nostra città, possa subito ricordarci la presenza a Milano di Francesco Petrarca. In effetti, il poeta ci fece visita a partire dal 1353, espressamente invitato da Giovanni Visconti, signore di Milano, il quale desiderava sue opinioni riguardanti certe mire espansionistiche milanesi, mire che erano state sempre malviste dal fiorentino Giovanni Boccaccio.
Il Petrarca, per conto dei Visconti, aveva visitato alcune tra le più importanti ambascerie, tra cui quella di Venezia, Mantova e addirittura Praga, ove ebbe la possibilità di incontrare personalmente il re di Boemia Carlo IV.
Ma ritorniamo al suo soggiorno nella nostra città, che elogiava e gradiva moltissimo. Alloggiò dapprima in un edificio di via Lanzone e da qui, quando era libero da impegni, amava recarsi fuori dalle mura per passeggiare attraverso la campagna, a stretto contatto con la natura che amava sinceramente.
Soggiornò più avanti nei pressi della chiesa di San Simpliciano per poi decidere di trasferirsi lontano da Milano, staccandosi dalla sua vita nervosa e già allora frenetica, per abbracciare finalmente il mondo agreste e gli capitò di alloggiare nella cascina “ad Infernum”, una fattoria il cui nome non aveva nulla a che vedere con la dimora del diavolo, ma derivava dall’idioma germanico “in fernem Land” (terra lontana).
Successivamente denominata “Linterno”, si trovava e si trova tuttora nei pressi del borgo di Quarto Cagnino, a circa quattro miglia dalla città’. Petrarca descriveva questo luogo come ambiente idilliaco e bucolico, solcato da decine di fontanili. Scriveva all’amico Guido Sette, arcivescovo di Genova: “L’aria è qui purissima e nel terreno si osservano canaletti in cui scorre acqua limpidissima ed è facile vedere piccoli pesci nonché anatroccoli pronti al volo”.
Agli inizi degli anni Novanta la costruzione si presentava purtroppo in netto degrado, tanto che la speculazione edilizia aveva messo gli occhi sul territorio. Ma grazie anche a Philippe Daverio, il noto storico dell’arte, gallerista e pure politico, le cose cambiarono. Conscio che si sarebbe potuto cancellare il riferimento storico del soggiorno milanese del Petrarca, si prese veramente a cuore il problema Cascina Linterno come Assessore alla Cultura del Comune di Milano, evitando la sua demolizione.
La cascina venne dichiarata monumento nazionale e riconosciuta come dimora agreste di Francesco Petrarca con tanto di Decreto Ministeriale del 9 marzo 1999.